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Cronaca

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2008 21:02
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5 Settembre
TORNA A CASA IL TABACCAIO RAPITO

Pavia, era un finto sequestro
E' tornato a casa Paolo Friggi, il tabaccaio di 37 anni scomparso all'alba di lunedì mentre si recava al lavoro tra Zelata di Bereguardo (Pavia) e Motta Visconti (Milano). Si è inventato tutto: l'uomo ha confessato di aver inscenato un finto rapimento perché oppresso dai debiti.


La confessione di Paolo Friggi, avvenuta attorno alle tre di notte, non sarebbe stata immediata. All'inizio, l'uomo ha cercato di far credere di essere stato aggredito da rapinatori che gli avevano preso 450 mila euro, e poi avevano deciso di sequestrarlo. Versione è risultata però piena di contraddizioni ed è crollata dopo pochi minuti di interrogatorio.

A questo punto, Friggi ha confessato pienamente la sua simulazione e ha cominciato a chiedere perdono per ciò che aveva fatto, dicendosi "mortificato". Ha spiegato di aver inscenato il rapimento perché oppresso dai debiti contratti attraverso alcuni mutui: una somma complessiva, a quanto si è saputo, di 700 mila euro. Ai suoi inesistenti rapitori ne aveva fatti chiedere 500 mila, con un sms da lui inviato alla madre col suo cellulare al momento della scomparsa. Le indagini sul caso, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dai Carabinieri del Ros e dei Comandi di Milano e Pavia.

Dopo la confessione l'abbraccio coi familiari
Emozione, abbracci e lacrime. Così la compagna Katia, i genitori e la sorella hanno accolto Paolo, dopo la sua confessione. Tra di loro nessuna tensione. Prima di rivedere i suoi cari, il tabaccaio era stato portato dai carabinieri e dai magistrati nel casolare abbandonato dove si era nascosto, per una ricognizione del luogo. Subito dopo Friggi è tornato a casa. L'uomo non è stato arrestato, ma è indagato a piede libero per simulazione di reato. Gli inquirenti stanno valutando anche se ipotizzare il reato di tentata estorsione, reato che sarebbe stato commesso nei confronti della madre Margherita, destinataria dell'sms con la richiesta di riscatto ricevuto la mattina della scomparsa di Paolo.

l'ETNA RUGGISCE, ALLERTA A CATANIA

Chiuso per diverse ore l'aeroporto

L'aeroporto di Catania è rimasto chiuso per diverse ore nella notte tra martedì e mercoledì a causa di un'imrpovvisa attività dell'Etna. Pur non essendo interessato dalla caduta di cenere, per sicurezza si è decisa la chiusura dello scalo. Nel frattempo la colata lavica sembra essersi interrotta.

Lo scalo ha riaperto alle 4.40 del mattino ed era stato chiuso all'una per garantire la sicurezza della navigazione aerea, considerata l'intensa attività vulcanica caratterizzata da fontane di lava fortemente alimentate, colate e un'alta colonna di cenere che si è riversata su alcuni Comuni del versate orientale.

Peraltro, la sezione catanese dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha reso noto che a partire dalle 5 le stazioni della Rete sismica permanente evidenziano un decremento dei valori dell'ampiezza del tremore vulcanico tornati su livelli normali. Al contempo, le immagini delle telecamere mostrano una netta diminuzione dell'attività esplosiva della fontana di lava del cratere di sud-est. L'Etna, comunque, resta sotto controllo.

LAMETTA NEL PANE, DONNA FERITA (QUESTA POI.. XD)

La pagnotta acquistata in ipermercato
Incredibile vicenda che ha per protagonista una donna di 39 anni di Lachiarella, in provincia di Milano. Mentre mordeva un pezzo di pane si è ferita alla bocca con una lametta da barba finita chissà come dentro a quel boccone. La donna, che ha solo riportato un taglio alla guancia ma che poteva riportare ferite ben più gravi, aveva acquistato il pane in un noto ipermercato. Sono in corso indagini per cercare di capire quanto successo.


"Ferita lacerocontusa alla guancia" recita il referto del pronto soccorso della clinica Humanitas di Rozzano dove la donna è stata portata in tutta fretta dai familiari, in visibile stato di shock per lo spavento dovuto alla vista del sangue che fuoriusciva copioso dalla bocca. Nella panetteria incriminata secondo la ricostruzione effettuata dal direttore del negozio lavorano 7 persone: "Tutti italiani e con grande esperienza, anche se quel che è successo è deplorevole". Intanto i carabinieri indagano per scoprire chi sia stato il panettiere "sbadato".

"Pensavo di essermi rotta un dente - ha raccontato la donna ai carabinieri - e invece sputando sulla tovaglia mi sono accorta che c'era una lametta nel pane. Solo per puro caso non ho ingoiato quel boccone, altrimenti sarebbe stata una vera tragedia, mi avrebbe tagliato la gola e rimuoverla sarebbe stato impossibile".

Secondo la direzione dell'Iper di Rozzano, dove il pane è stato acquistato, "i panettieri segnano il pane con delle lamette da barba affinché si cuocia uniformemente. Una di queste deve essere finita nella teglia per un errore di distrazione, finendo poi per essere inglobata nell'impasto".
LASCIATE IL VOSTRO COMMENTO!
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IL MIO: PAGNOTTA PER CARCERI MALSPEDITA DA UN PARENTE ARRIVATA AL SUPEREMRCATO.
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06/09/2007 09:06
 
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6 SETTEMBRE
LA SCUOLA CHE VERRA'

Fioroni: "Molte certezze e sicurezze"

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge per assicurare l'avvio del nuovo anno scolastico. "Il dl approvato può far partire l'anno scolastico con molte certezze e molte sicurezze in più. - ha detto il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni - La scuola deve essere più seria, non più severa, ed ha una missione chiara".


Il ministro della Pubblica Istruzione ha illustrato il decreto varato dal consiglio dei Ministri, all'insegna della scuola "più seria, non più severa". La severità, senza cedimenti, ci sarà nei confronti dei professori assenteisti. Tra le misure adottate sono infatti previsti tempi più veloci per l'irrogazione delle sanzioni disciplinari ai professori inadempienti (120 giorni al massimo).

Oltre alle sanzioni disciplinari per i professori, nel decreto vi sono importanti novità anche per quanto riguarda l'organizzazione del sistema scolastico. Si va dal ripristino del tempo pieno (40 ore settimanali), al ritorno del giudizio di ammissione all'esame di terza media, passando per la definizione dei tempi e delle modalità con i quali i privatisti potranno sostenere l'esame di maturità.

I cardini su cui poggia il dl sembrano un ritorno alla tradizione. Le due "I" di inglese e internet, parole d'ordine dell'era Moratti, secondo il ministro Fioroni possono aggiungersi al curriculum scolastico degli studenti ma non possono sostituire materie fondamentali come italiano, matematica, storia o geografia. "Non sono abituato né ad archiviare né a non archiviare - ha spiegato Fioroni - Io ritengo che internet e inglese, l'impresa afferisce ad altri, siano cose importanti, ma che possiamo aggiungere. Ma non possiamo pensare, e chi lo fa sbaglia, che siano sostitutivi di italiano, grammatica, sintassi, matematica, storia e geografia. Credo che dovremmo evitare che i nostri ragazzi pensino che Pistoia stia in America e non sappiano dove stia Sydney. E' uno sforzo che dobbiamo fare".

PROSTITUTE MORTE, FESTINO A BASE DI DROGA

Una morta per overdose,altra eliminata

Un festino a luci rosse finito male: è questa la pista seguita dagli inquirenti che indagano sulla morte delle due prostitute trovate in un bosco a Lecco. Ioana Lumnita detta Luminic e un'amica, di cui non si conosce l'identità, sarebbero state accompagnate in una villa in Brianza dove per un cocktail di droga e alcol la sconosciuta sarebbe morta. Luminic, considerata una testimone scomoda, sarebbe stata uccisa successivamente.



Luminic, da qualche tempo si prostituiva in strada. L'ultima volta che è stata vista è stato domenica 26 agosto. La Zingara, così la chimavano le colleghe a Milano,era nel Comasco, a Cermenate. Da quella sera di Luminic se ne perdono completamente le tracce. Fino al 28 agosto, quando viene ritrovata morta nuda dentro un sacco della spazzatura in un bosco nel Lecchese. Accanto a lei un altro corpo, nudo e anch'esso dentro un sacco sino ad oggi senza nome.

Ora gli inquirenti che indagano sula morte delle due stanno seguendo la pista di un festino in una villa in Brianza finito male. Secondo gli investigatori le due sono state condotte dagli "albanesi", coloro che gestiscono la prostituzione, in quella villa, dove per un cocktail di droga e alcol, la sconosciuta sarebbe morta. A quel punto Luminic sarebbe quindi diventata una testimone scomoda e per questo eliminata.

Pipì a letto: ustiona pene a bimbo

L'Aquila, patrigno arrestato da polizia
Un uomo di 30 anni, originario di Lecce ma residente a L'Aquila, è stato arrestato per maltrattamenti e lesioni nei confronti del figlio di 6 anni della sua convivente. L'uomo era solito bruciare con la cicca della sigaretta il pene del bambino perché questo faceva la pipì a letto. A scoprire la punizione inflitta al bambino è stato il suo padre naturale in una delle visite al figlio.

Il padre si è accorto delle ustioni procurate dalla sigaretta e ha denunciato l'accaduto alla polizia. Sono serviti dieci giorni di indagini per mettere a punto un dettagliato rapporto al pm Tullia Monteleone, magistrato titolare dell'inchiesta, che ha poi richiesto l'arresto del convivente della madre del bimbo maltrattato.

Il bambino ora si trova con il padre in un posto sicuro. Della vicenda è stato informato il tribunale dei minori. La madre del piccolo, quando è stata interrogata dagli investigatori, ha cercato di minimizzare gli accaduti sostenendo che il suo convivente voleva solo spaventare il figlio e alcune volte le bruciature nella zona pubica sarebbero state provocate accidentalmente dalla caduta delle cenere della sigaretta.

La coppia si era conosciuta a L'Aquila, quando l'uomo fu scarcerato dalla casa circondariale del capoluogo dove aveva scontato una condanna per rapina ed evasione, reati compiuti a Lecce.

Bologna,getta figlio dalla finestra

Uomo in preda a raptus confessa gesto

Ha gettato il figlio di 8 anni dalla finestra in preda a un raptus di follia. L'uomo, un 37enne che in passato era stato ricoverato per problemi psichici, ha confessato il suo gesto ai carabinieri. E' successo in un piccolo condominio di Argelato, a pochi chilometri da Bologna. Il bimbo ha riportato un grave trauma cranico ed è ora ricoverato con prognosi riservata nel reparto rianimazione dell'ospedale Maggiore di Bologna.

Ai parenti, che vivono nella stessa palazzina, ai medici del 118 e ai carabinieri l'uomo, un operatore ecologico che in passato è stato in cura in una struttura pubblica per un disagio psichico, ha detto in un primo tempo che il bimbo era caduto da solo. Poi, incalzato dai militari della compagnia di San Giovanni in Persiceto e dal pm Antonio Rustico, ha confessato: ''Stavamo guardando la tv in camera da letto mentre fuor diluviava. Non so cosa mi ha preso, ho aperto la finestra per guardare fuori e l'ho buttato giù".

Gli inquirenti stanno valutando se disporre l'arresto per tentato omicidio o tentate lesioni gravissime. Certo, invece, il ricovero in una struttura psichiatrica. Quando sono intervenuti i sanitari il bimbo era a bordo dell'auto dei nonni, che stavano per portarlo direttamente al pronto soccorso. Il piccolo - secondo gli ultimi accertamenti sanitari - non sarebbe in pericolo di vita.

[Modificato da Scandro997 06/09/2007 09:12]
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7 SETTEMBRE
PAVAROTTI RIAPERTA CAMERA ARDENTE

Modena,folla commossa per ultimo saluto

Una folla commossa ha ripreso a visitare la camera ardente dove è stata collocata la salma di Luciano Pavarotti, nel Duomo di Modena. Oltre novemila persone, tra cui amici, conoscenti e parenti, hanno dato l'ultimo saluto all'artista, morto giovedì mattina nella sua abitazione a Santa Maria di Mugnano. In chiesa, la bara bianca di "Big Luciano" è stato posta davanti all'altare. I funerali si terranno sabato alle 15.


La camera ardente è stata aperta al pubblico fino all'una di notte di giovedì; sono stati consegnati 7.500 ricordini con la foto del tenore e sono state distribuite 7.500 foto-ricordo di ''Big Luciano''.La bara bianca del tenore è stata posta nella navata centrale della chiesa, davanti all'altare. Il corpo è stato vestito con uno smoking con papillon bianco, simile a quelli con cui tante volte Pavarotti ha conquistato i più importanti teatri del mondo. In mano, un fazzoletto bianco e un rosario.

Le visite alla salma saranno possibili per l'intera giornata. Anche sabato, giorno fissato per le esequie, si potrà rendere omaggio al feretro del tenore dalle 6 del mattino alle 13.



Ad accompagnarlo alla chiesa la moglie Nicoletta Mantovani, le tre figlie avute dal primo matrimonio, la sorella e alcuni amici stretti.

A Modena intanto prosegue l'organizzazione del funerale al quale sono attese moltissime personalitàdel mondo della politica e della cultura. E' gia' confermata la presenza alla liturgia di Andrea Bocelli, che interpreterà durante le esequie un noto canto eucaristico, il "Panis angelicus", che lo stesso artista ha già proposto anche nel suo repertorio. Alla cerimonia funebre sono attesi molti personaggi dello spettacolo. Tra gli altri si fanno i nomi del leader degli U2, Bono, che con Pavarotti duettò "ss Sarajevo"al 'Pavarotti and Friends' del '95, e Raina Kabaivanska. Ma è probabile che durante la cerimonia altri artisti internazionali salutino con la loro voce quella che ieri si è spenta per sempre.


VENEZIA FISCHI PER IL FILM CON ARDANT

Accoglienza fredda per "L'ora di punta"

Non convince il secondo film italiano in concorso a Venezia "L'ora di punta" di Vincenzo Marra. Al termine della proiezione per la stampa, qualcuno ha azzardato un applauso, subito coperto da fischi. Michele Lastella veste i panni di un finanziere pronto alla corruzione pur di fare un scalata sociale e con Fanny Ardant nel ruolo della sua amante-protettrice. L'altro film in concorso è "Nightwatching" ispirato alla vita del pittore Rembrandt.


MARRA: "MI POSSONO TIRARE I POMODORI, MA E' UN FILM VERO"
"Ho sempre fatto film dentro la nostra realtà- ha detto Vincenzo Marra, napoletano 35 anni tra qualche giorno- e credo un regista abbia anche un po' il compito di raccontare storie che succedono. Questi personaggi sono inventati, ma poi nemmeno tanto". Michele Lastella, il provinciale che sarebbe potuto essere onesto e invece ha scelto la corruzione, è uno squalo "e come tale mi sono sentito dopo quattro mesi di preparazione, per arrivare sul set come vuole Vincenzo, senza sceneggiature da imparare a memoria, ma riproducendo lo stato d'animo e metterlo in scena". Fanny Ardant, protagonista femminile, è accanto a lui per sostenere il film nonostante le polemiche dei giorni scorsi su Renato Curcio eroe.

Un cinema senza compromessi: "Mi possono tirare i pomodori, - ha continuato Marra - ma sono orgoglioso di questo film, rispetto alle tante stronzate che ci sono in giro. Accetterò ogni critica, ma rimarrò del mio parere perché questo film è intellettualmente onesto, l'ho voluto fare e mi rappresenta in tutto, non baratterei un fotogramma per apparire meglio. Devo fare i film che dico io e come lo dico io". Un regista così, determinato non è facile da produrre. "Ho enorme difficoltà a fare cinema, spero sempre di meno, ma io ho la testa dura".



Dopo le non del tutto convincenti prove di Paolo Franchi con "Nessuna qualità agli eroi" e "Il dolce e l'amaro" di Andrea Porporati, ci si aspettava molto da Marra con un film che racconta da vicino l'Italia di oggi, quella dei 'furbetti' e dell'ossessione di arricchirsi. Filippo, interpretato da Michele Lastella, è un giovane agente della guardia di finanza che cova un'enorme ambizione. Nella sua irresistibile ascesa sociale viene aiutato da Caterina (Fanny Ardant), una donna più grande di lui, bella, colta, ricca e molto innamorata. Scalare il mondo della finanza, grazie anche a Caterina e rimanervi a galla, significa per Filippo abbandonare ogni residuo di moralità.

Per il giovane Lastella è praticamente un esordio al cinema (dopo alcune prove in tv come "Amanti e segreti" con Monica Guerritore e diversi lavori teatrali), mentre Fanny Ardant, protagonista di una polemica politica nei giorni immediatamente precedenti all'inizio della Mostra del cinema ("Renato Curcio è un eroe", ha detto in un'intervista), ha deciso nonostante ciò di accompagnare al Lido il film. Entrambi sono attesi con il regista stasera al Lido per presentare in serata il film al pubblico della Sala Grande.

ARDANT: "MI FA MALE AVER FERITO ALTRI"
"La cosa che mi fa più male è aver fatto del male ad altri. Le frasi che ho detto hanno ferito delle persone. Per questo voglio chiedere ancora perdono. E chiarire il mio pensiero". Fanny Ardant, per la prima volta dopo lo scandalo, nelle pagine di Grazia, precisa di aver chiesto lei stessa di potersi scusare pubblicamente con gli italiani attraverso il Tg1 e che ha accettato l'intervista del settimanale non per difendersi ma per scusarsi ancora e spiegare il perché‚ delle sue parole. "Capisco quanto dolore abbia provocato in chi ha perso un padre, un marito, un fratello, leggere un titolo fuori contesto che dice: Per me Curcio è un eroe. Ho sempre considerato il fenomeno Brigate rosse molto coinvolgente e passionale. Mi ha fatto molto male ferire queste persone - continua l'attrice -, non era assolutamente il mio proposito. Ho chiesto perdono alle vittime del terrorismo".


NIGHTWATCHING, GREENAWAY FA RIVIVERE IL PITTORE REMBRANDT
Peter Greenaway con il suo film "Nightwatching" ripercorre la vita del pittore fiammingo Rembrandt, interpretato da Martin Freeman. In particolare la sceneggiatura trae spunto da uno dei quadri dell'artista: "La ronda di notte". Il regista ha voluto analizzare ogni personaggio ritratto nel dipinto.

"Ci sono quattro concetti che ruotano attorno a Rembrandt: - ha detto Greenanway - denaro, sesso, cospirazione e pittura. Era un pittore di grande successo, ma è morto in gravi indigenze. Ha avuto tre amori importanti, che hanno sicuramente influenzato la sua arte. La sua 'Ronda di notte' ha spezzato gli schemi formalistici della pittura del tempo: ci comunica sicuramente qualcosa, ma non sappiamo cosa. L'arte di Rembrandt - conclude - sembra chiederci: cos'è eramente la pittura? La stessa domanda che ci facciamo noi registi su cosa sia veramente il cinema".



SCOPPIA LA POLEMICA CON AMOS GITAI
Fa parlare più di sè che del suo film fuori concorso "Disengagement", il regista israeliano Amos Gitai. La sua ultima opera sullo smantellamento degli insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza che lascia la politica e il bollente Medio Oriente sullo sfondo e mette in primo piano la fiction. Nonostante si tratti di finzione, per Gitai è un affresco più veritiero di quello che dà la tv che con i suoi potenti mezzi tiene continuamente l'obiettivo puntato su Israele e Palestina senza avvicinarsi mai alla verità. "I media fanno troppe semplificazioni e a causa loro il Medio Oriente è una caricatura, un covo di terroristi palestinesi inseguiti dall'esercito israeliano - ha detto Gitai alla stampa del Lido -. Ma meno male che c'è il cinema, spiega, che restituisce un quadro più veritiero della realtà".

Il regista non ama parlare di politica: "Ognuno faccia il suo mestiere, io sono un regista, la politica lasciamola ai professionisti". Polemica contro l'Istituto Luce che, secondo quanto sostiene il regista, si è tirato indietro di fronte alla produzione di "Disengagement" nonostante, in un primo tempo, si fosse impegnato formalmente. E il dubbio è che abbia preferito titoli più sicuri al botteghino. "Sembra che per i film l'Istituto Luce non abbia gli stessi fondi che per le belle feste sulla spiaggia davanti all'Hotel des Bains, dove mi dicono ci fosse addiritutra il dj arrivato da Londra...", ironizza il regista riferendosi al party organizzato per il film della Guzzanti.

Ma l'Istituto Luce non raccoglie le provocazioni e spiega che la trattativa si è interrotta per via di un indirizzo del ministero della Cultura che ha invitato l'ente statale a produrre film italiani. Disengagement, che il regista definisce "un ponte tra territori", racconta la storia di Ana (Juliette Binoche), parigina di origini israeliane, che dopo la morte del padre va con il suo fratellastro Uli (Liron Levo, attore in molti film di Gitai) in cerca della figlia, abbandonata in un kibbutz in Israele venti anni prima. Durante il loro viaggio attraversano le frontiere e si ritrovano nel mezzo dello smantellamento degli insediamenti israeliani a Gaza.

EVERETT ATTACA IL COMUNE DI VENEZIA

"Non c'è neanche una spiaggia libera"
Rupert Everett una ne pensa e cento ne fa. L'ultimo bersaglio delle sue invettive è la laguna di Venezia, dove l'attore si trova in questi giorni perchè giurato al Festival. Non trovando una spiaggia libera dove prendere il sole, l'attore ha deciso: farò causa al Comune. "E' incredibile che in tutto il Lido non esista una spiaggia pubblica" ha detto. Pare che Everett sia stato allontanato perché non aveva pagato l'ingresso.

Rupert Everett, attore britannico approdato a Venezia in veste di membro di due giurie del Festival, ai microfoni di E!News, ha raccontato che dopo il suo arrivo in laguna aveva deciso di andare in spiaggia per godersi qualche attimo di tranquillità.


Ma non appena ha disteso il suo asciugamano è stato allontanato perché non aveva pagato l'ingresso allo stabilimento. L'attore si è detto stupito per il fatto che non esista almeno una spiaggia libera in tutto il Lido e soprattutto pronto a far sentire le sue ragioni al Comune di Venezia.Sicuro che il prossimo anno sarà ancora il benvenuto tra i giurati?

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Roma, Eva Henger rapinata in casa
Paura per ex pornostar e famiglia
Eva Henger è stata rapinata nella sua villa a Campagnano Romano, a 40 chilometri dalla Capitale. In tre, con i volti incappucciati e armati, extracomunitari, sono entrati di notte nell'abitazione, situata in campagna. I rapinatori hanno radunato l'ex pornostar, il suo attuale compagno e i due figlioletti, minacciandoli con le armi. Sono stati fatti fuggire dall'arrivo dei carabinieri, allertati dal fratello della Henger.

La rapina è avvenuta nella notte di lunedì, ma la notizia è stata resa nota soltanto oggi. Come ha riferito l'avvocato della famiglia Michele Cianci, i malviventi si sono diretti nelle camere da letto dove c'erano l'ex pornodiva, che era con l'attuale compagno, l'attore e produttore cinematografico Massimiliano Caroletti, e i due figli, di 12 e 16 anni, che Eva Henger ha avuto con l'ex marito Riccardo Schicchi.

I tre li hanno radunati in una camera da letto e dopo aver minacciato Caroletti con le armi, li hanno costretti a coprirsi i volti con le lenzuola dopo aver "scarrellato" le pistole. Hanno rovistato nell'abitazione e hanno preso un collier di diamanti, che era su un comò e 300 euro.

A salvare Eva Henger, il compagno e i due ragazzi è stato l'arrivo del fratello dell'attrice, che si è insospettito che a quell'ora nella villa ci fossero alcune luci accese. Si è messo a urlare e ha chiamato i carabinieri. I rapinatori, sempre secondo il racconto dell'avvocato Cianci, si sono accorti dell'arrivo dei militari, e sono fuggiti.

"La signora Henger - ha detto il legale - è ancora sotto choc - e per la paura da allora, insieme alla famiglia, si è trasferita in un albergo a Roma".

Delitto via Poma,"è un incubo"
L'ex fidanzato: "Perseguitato da anni"
Dopo 17 anni, il suo nome è di nuovo associato al giallo di via Poma, dove venne uccisa Simonetta Cesaroni. Questa volta Raniero Busco, all'epoca era il fidanzato della giovane, è indagato dalla procura di Roma, per omicidio volontario. "Questa storia mi perseguita da anni, è un incubo. Già allora venni interrogato - ricorda l'uomo - e gli inquirenti non trovarono nulla".

Sul corpetto della vittima sono state individuate tracce di saliva. Il Dna di Busco, prelevato a sua insaputa nel 2005, è stato trovato dagli esperti della scientifica due volte sul reggiseno di Simonetta e quattro sul suo corpetto.

"Quella saliva è mia? - osserva Busco, ora sposato con con due figli. E quindi? E' normale per due fidanzati. Simonetta l'avevo incontrata - ricostruisce "Repubblica" - il giorno prima della sua morte".

Ma che la soluzione del delitto sia ancora lontana, i primi a pensarlo sono gli stessi investigatori, che procedono con la massima cautela. Il fatto che ci sia del Dna di Busco sul corpo della vittima non vuol dire niente, fanno sapere dalla Procura. L'iscrizione nel registro degli indagati è semplicemente un atto dovuto. E già giovedì, quando si era diffusa la notizia, era stato il legale della famiglia Cesaroni a gettare acqua sul fuoco. "Non basta l'esame del Dna a dare un nome all'assassino di Simonetta".

Garlasco, da Ris nessuna certezza
Inchiesta su omicidio Chiara continua
Non hanno dato alcuna certezza i primi esami del Ris su alcuni reperti trovati sulla scena del delitto di Chiara Poggi, la 26enne assassinata il 13 agosto scorso nella sua villetta a Garlasco, nel Pavese. "Ci sono elementi importanti ma non schiaccianti. Risultati non univocamente interpretabili, che non fanno chiudere l'inchiesta" ha detto Marzio Capra, consulente di parte della famiglia Poggi.

Da qualche indiscrezione si apprende che, nella villa del massacro, è stata riscontrata qualche traccia del Dna di Alberto Stasi, il fidanzato della ragazza uccisa e unico indagato. Ma si tratterebbe di tracce che potrebbero anche non valere nulla ai fini dell'inchiesta, perché trovate in un punto troppo lontano dalla vera e propria "scena del crimine".

E' stato invece accertato che le gocce di sangue trovate in prossimità del divano della villetta sarebbero di Chiara. Questo significherebbe che l'omicida, dopo aver assassinato la ragazza, si è spostato in prossimità del divano, probabilmente ancora con l'arma in mano, sporca del sangue della vittima. Da lì sarebbero cadute alcune gocce.

Altre verità riguardano le analisi sui capelli che la vittima aveva nella mano sinistra quando è stata trovata cadavere e quelle sulle sue unghie: nessuna traccia biologica od organica apparteneva ad una persona diversa da Chiara. Gli esami dei Ris di Parma, comunque, continueranno anche nei prossimi giorni, perché sono decine e decine i reperti acquisiti sia nella villa del delitto che in quella di Alberto Stasi.

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La situazione in tempo reale

La situazione in tempo reale:

18.31 - La Sardegna, "solidale verso una popolazione e un territorio in difficoltà", ha risposto all'appello dello Stato dando la sua disponibilità a ricevere e stoccare nell'Isola una quota di rifiuti della Campania. Secondo quanto si è appreso, una nave con circa 1.500 tonnellate di rifiuti dovrebbe partire mercoledì sera da Napoli alla volta di Cagliari.

17.50 - Un lungo fiume umano e di fiaccole percorre il centro storico di Napoli contro la riapertura della discarica di Pianura: il corteo di protesta indetto è appena partito da piazza del Gesù per raggiungere il palazzo della Prefettura, in piazza del Plebiscito. In testa gli abitanti di Pianura. Diverse centinaia i presenti, ma il numero cresce di continuo.

17.25 - Romano Prodi ha invitato i rappresentanti di regioni, province e comuni ad una ''coesione'' istituzionale per affrontare nel miglior modo possibile l'emergenza rifiuti in Campania. Il premier ha chiesto di superare le "contrapposizioni" per risolvere quella che è una "vera emergenza nazionale".

16.43 - Spuntano scope e pale meccaniche a Pianura, nella zona adiacente alla Contrada Pisani: i manifestanti avanzano lungo montagna Spaccata per liberare la strada invasa dai rifiuti e dai resti della guerriglia. Mascherine bianche davanti alla bocca e al naso per evitare di respirare gli effetti dei 'veleni' che ricoprono le vie di PIanura, i presidianti che protestano contro l' apertura della discarica, ''vogliono dare una dimostrazione

16.08 - "Le risposte non tarderanno, sono abituato a mantenere la parola", così il supercommissario per l'emergenza rifiuti Gianni De Gennaro ha risposto a chi gli chiedeva quali fossero le prime mosse per uscire dalla situazione d'emergenza. "Spero già domani di avere le idee piu' chiare - ha aggiunto - e di poter comunicare novità".

14.11 - Sulla situazione di Pianura interviene il questore di Napoli Oscar Fiorolli: "Lì c'è una forma di guerriglia, quindi è difficile controllarla. Noi abbiamo agito con equilibrio proprio per non creare ulteriori problemi. Abbiamo fatto tutto il possibile, non mi sente sconfitto". Fiorolli ritiene che il supercommissario De Gennaro riuscirà a risolvere la questione rifiuti.

13.50 - Al Comune di Pollena Trocchia, che poche ore fa ha disposto la chiusura delle scuole per le conseguenze dell'emergenza rifiuti, si aggiunge quello confinante di Cercola: il commissario straordinario che regge l'amministrazione cittadina, Mario Fasano, ha firmato un'ordinanza che vieta l'apertura degli istituti scolastici a partire da domani mattina.

13.16 - "State facendo un lavoro straordinario in condizioni molto difficili". Così il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha espresso il suo ringraziamento a tutti gli uomini e le donne della Polizia, dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco impegnati in questi giorni a fronteggiare l'emergenza rifiuti a Napoli. "Purtroppo - ha aggiunto - ci sarà ancora da lavorare molto".

12.53 - Niente scuola da domani a Pollena Trocchia (Napoli) per la grave emergenza rifiuti in paese. Con un provvedimento dell'amministrazione comunale è stata ordinata la chiusura di tutti gli istituti del territorio fino alla rimozione dei rifiuti ed al superamento dell'emergenza.

11.54 - Avverrà domani l'insediamento del nuovo questore di Napoli, Antonino Puglisi. Il suo arrivo nel capoluogo partenopeo era previsto lo scorso 7 gennaio, ma l'emergenza rifiuti aveva prorogato la permanenza del questore Oscar Fioriolli.

11.46 - Il supercommissario per l'emergenza rifiuti in Campania Gianni De Gennaro è arrivato in Prefettura a Napoli. L'ex capo della Polizia e attuale capo di gabinetto del ministero dell'Interno avrà un incontro con il prefetto Alessandro Pansa per avere il quadro aggiornato della situazione e predisporre i primi interventi.

11.35 - E' terminato il blocco stradale davanti alla scuola di Cercola, attuato da una cinquantina di mamme degli alunni che frequentano l'istituto per protestare contro la presenza di rifiuti. La manifestazione si è svolta senza incidenti e il traffico è ripreso regolarmente nelle zona.

10.07 - Una protesta per i rifiuti è in atto a Cercola, dove le mamme degli alunni di una scuola elementare stanno bloccando il traffico veicolare chiedendo la rimozione dei cumuli di spazzatura che da settimane assediano l'edificio scolastico.

09.49 - Notte 'tranquilla' a Pianura. La tranquillità è però relativa vista la tensione con cui i componenti del comitato di cittadini si aspettano l'arrivo di mezzi anche militari per attrezzare con la forza l'invaso, e visti i continui raid, roghi di immondizia, sassaiole e lanci di petardi compiuti da giovani a bordo di scooter, oltre che l'aggressione al presidente della IX municipalità FabioTirelli avvenuta intorno alle 22.

01.20 - Ancora tensione a Pianura, dove una bomba carta è stata lanciata contro la sede dei vigili del fuoco. Il grosso petardo non ha provocato danni ed è esploso all'interno del recinto della struttura. A lanciarlo è stato un gruppo di giovanissimi incappucciati che transitano per le strade di Pianura a presidiare il territorio. Poco prima che esplodesse la bomba carta i teppisti avevano aggredito anche una volante della polizia con una sassaiola.

01.00 - Pianura sta vivendo una nuova serata ad alta tensione: per il momento non si registrano episodi di particolare violenza, ma il quartiere è isolato e presidiato da bande di giovanissimi in motorino che controllano chiunque si aggiri per le strade. I "presidi" dei manifestanti partono dalla Rotonda Russolillo, dove è stato incendiato un autobus, e arrivano fino all'ingresso della discarica.

22.00 - Sono sei, al momento, le regioni che non vogliono accogliere i rifiuti della Campania. Si tratta di Lombardia, Abruzzo, Molise, Basilicata, Umbria e Veneto. Disponibili, al contrario, si sono dette Lazio, Piemonte, Calabria, Puglia e Val d'Aosta. La questione sarò esaminata mercoledì in una riunione a Palazzo Chigi con i presidenti delle Regioni e con i rappresentanti dell'Anci e dell'Upi

Ancora una notte tesa a Pianura dove i manifestanti non recedono, anche se non ci sono stati scontri rilevanti. Intanto si attendono le mosse annunciate dal governo che, dopo la nomina di Gianni De Gennaro a commissario straordinario, dovrebbe passare ai fatti: invio di esercito e mezzi per liberare le strade e prime decisioni su nuove discariche e centri di sotccaggio.

Commenta Scandro997:

"Più provvedimenti dagli altri Stati."
[Modificato da Scandro997 09/01/2008 18:50]
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Torino, imam presto sarà espulso
Dopo inchiesta Anno zero:predicava odio
ll ministero dell'Interno ha fatto partire la procedura di espulsione per Mohamed Kuhaila, responsabile del centro culturale islamico di via Cottolengo a Torino. L'imam era stato al centro di violente polemiche dopo una puntata della trasmissione Rai "Anno zero" del marzo 2007 dedicata alla moschea di Torino dove si inneggiava all'odio per l'Occidente e alla violenza sulle donne.

La procedura dovrà ora essere convalidata. Subito dopo l'inchiesta di "Annozero" dedicata alla condizione femminile nella cultura islamica e in cui era stato affrontato il tema delle moschee come centri di predicazione della jihad, l'imam Mohamed Kuhaila venne ascoltato dalla Digos. Kuhaila a Torino ha raccolto l'eredità di Bourichi Bouchta, l'imam espulso dall'italia nel settembre del 2005.

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Caso Mele, indagata la Zenobi
Per tentata estorsione dopo festa hard
Francesca Zenobi è indagata dalla procura di Roma per tentata estorsione insieme con il suo ex legale Emanuele Antonaci nei confronti del deputato Cosimo Mele. Nella denuncia presentata dall'ex Udc ci sarebbero alcune registrazioni in cui la donna, attraverso l'avvocato, chiederebbe soldi per "annacquare" l'originaria versione dei fatti su un festino a luglio nel corso del quale la stessa Zenobi si sentì male.


L'avvocato civilista avrebbe registrato la richiesta della donna di centomila euro, o di un contratto con Rai o Mediaset per la durata di un anno, per cambiare versione sulla serata allegra trascorsa con un'amica e il deputato in un hotel di Roma a luglio. In cambio i due avrebbero promesso di ammorbidire la vicenda penale che vede Mele indagato a Roma per violazione della legge sugli stupefacenti e per omissione di soccorso.


La serata trascorsa all'hotel Flora, infatti, si concluse drammaticamente per la Zenobi che accusò un malore e si presentò all'ospedale San Giacomo in evidente stato confusionale. Ne seguì un processo in cui, secondo l'accusa, il parlamentare si sarebbe rifiutato di chiamare il pronto soccorso e l'ambulanza.

A seguito dell’episodio, il deputato Udc, sposato e con figli, si dimise dall’incarico per confluire successivamente nel gruppo misto della Camera.

Come rivela il "Nuovo quotidiano di Puglia" l'avvocato del parlamentare ora ha presentato denuncia nella Stazione carabinieri in via Cassia, a Roma, corredandola con un paio di microcassette con la registrazione delle conversazioni. L'ipotesi di reato è quella di concorso in tentativo di estorsione. Il giornale riporta di perquisizioni compiute dai militari domenica scorsa nell'abitazione di Francesca Zenobi e nello studio e nella residenza romana del suo legale. Tracce di cocaina furono trovate su un comodino, su una card della stanza d'albergo e su una scheda di ricarica telefonica di Mele.

"Non escludo - ha commentato ironicamente dopo questo colpo di scena l'attuale legale della Zenobi, Roberto Ruggiero - che nell'ansia di imporre la sua verità il deputato abbia perfino presentato una querela per violenza carnale da parte della Zenobi''.
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Rifiuti,squadre intervento a Napoli
Amato: "Attività contro bande teppisti"
Concluso il vertice sulla situazione dell'ordine pubblico a Napoli. Dopo l'aggressione e il ferimento di 7 pompieri a Pozzuoli, il ministro dell'Interno Amato, per contrastare le bande di teppisti, ha deciso che "sarà intensificata l'attività di squadre di intervento rapido dotate di mezzi agili". Intanto serpeggia la polemica tra le regioni "eco-solidali" con la Campania

La situazione in tempo reale:


18:57 - L'"Italro-ro Three" della Dimaiolines sta per attraccare nel porto industriale di Cagliari, con Polizia e Carabinieri che hanno cominciato lo sgombero dei manifestanti. Il leader di indipendentzia Repubrica de Sardigna, Gavino Sale e altri militanti sono stati fatti salire su un cellulare della Polizia.

18:36 - Un residente di Pianura, Fabio Sebillo, 32 anni, si è calato da alcune ore nel fosso destinato ad ospitare l' eventuale discarica a Napoli e minaccia di non uscirne fino a quando non avrà certezza che Contrada Pisani sarà risparmiata dai rifiuti.

18:22 - L'Emilia-Romagna accoglierà 5.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania "complessivi e una tantum". Lo ha spiegato in un breve incontro con i cronisti il presidente della Giunta Vasco Errani, spiegando che l'Emilia-Romagna "è in condizioni di farlo, senza mettere il sistema regionale in una situazione di criticità e nella massima sicurezza".

18:09 - Il vice sindaco di Cagliari, Maurizio Onorato, accompagnato dal comandante del corpo di Polizia municipale, Mario Delogu, ha notificato ai dirigenti del servizio di ordine pubblico nel porto canale di Cagliari l'ordinanza, emessa nel 2006 e mai revocata, del sindaco del capoluogo sardo, Emilio Floris, che vieta la movimentazione di rifiuti extraregionali nel territorio comunale.

17:50 - La procura della Repubblica di Napoli ha aperto un'inchiesta per l'ipotesi di epidemia colposa. L'iniziativa è stata presa in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini su eventuali collegamenti con casi di tumori che sarebbero derivati dalle vicinanze alle discariche di rifiuti. La magistratura ha acquisito una serie di documenti all'assessorato regionale alla Sanità, tra cui un rapporto dell'Oms e dell'Istituto superiore della sanità dal quale emerge un grave allarme per l'aumento di casi di tumore, in particolare alle parti molli.

16:54 - Una troupe di Mediaset è stata aggredita in via Montagna Spaccata a Pianura, Napoli. Due operatori e una giornalista si trovavano in un'auto, a pochi metri dalla strada di accesso all'area della discarica. Alcuni facinorosi hanno circondato la vettura, prendendola a calci e a pugni. I tecnici e la reporter, spaventati ma incolumi, si sono allontanati immediatamente a bordo dell'auto rimasta danneggiata.

16:36 - Il traghetto che contiene circa 500 tonnellate di rifiuti proveniente da Napoli è già in rada a Cagliari e si avvicina al porto. Secondo quanto si è appreso
si sta decidendo se far attraccare il cargo che contiene circa 24 rimorchi con la spazzatura, al porto canale o dirottarlo verso il molo Sabaudo del porto di Cagliari proprio accanto alla nave della Tirrenia,

15.31 - Una cinquantina di militanti dell'Irs (Indipendentzia Repubrica de Sardigna) hanno occupato il molo dove a breve è previsto l'attracco della nave proveniente da Napoli, carica di rifiuti. Armati di bandiere e megafoni gli indipendentisti stanno scandendo slogan contro la decisione del governo nazionale e di quello regionale che punta "a trasformare definitivamente la Sardegna nell'immondezzaio d'Italia".

14.27 - "Stiamo lavorando per organizzare un sistema nel Commissariato che ci consenta di trovare soluzioni in tempi rapidi". E' quanto detto dal supercommissario per l'emergenza rifiuti in Campania Gianni De Gennaro ai cronisti. "Sono in fase di acquisizione di informazioni. Abbiamo fatto un briefing con le istituzioni locali. Ascolto, ricevo informazioni e piano piano cerco di farmi un quadro esatto della situazione".

13.35 - "Rafforzare al massimo l'attività investigativa e di intelligence per individuare i responsabili degli scontri e consegnarli all'autorità giudiziaria e fornire forte supporto agli interventi dei vigili del fuoco, per garantire che questi avvengano in piena sicurezza". Sono alcune delle principali contromisure decise dal ministro dell'Interno Amato.

13.18 - I vertici delle forze di sicurezza hanno spiegato che gli atti criminali di questi giorni nel Napoletano "sono caratterizzati prevalentemente dall'azione di bande teppistiche, che colpiscono in modo non pianificato e senza una strategia complessiva". "Per contrastare queste azioni - è stato deciso al Viminale dal ministro Amato - sarà quindi intensificata l'attività di squadre di intervento rapido dotate di mezzi agili e in grado di veloci spostamenti".

12.34 - Si è conclusa la riunione sulla situazione dell'ordine pubblico a Napoli convocata al Viminale dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato. La riunione è durata un'ora e mezza.

12.28 - Paura, incredulità e smarrimento tra i vigili del Fuoco di Napoli dopo gli ultimi assalati contro i loro mezzi. "Mai visto una cosa simile in 30 anni di tragedie. E' più facile combattere con il fuoco e con i terremoti che con questa gente qua", denuncia un pompiere. "Uscire da soli è impossibile - racconta - appiccano i fuochi e poi sono loro stessi a chiamare in centrale. Ci vogliono fuori dalle caserme per attaccarci".

12.00 - "Sono 500 scarse le tonnellate di rifiuti che stanno arrivando in Sardegna in queste ore. Non sono annunciati prossimi viaggi, anche se è possibile che venga destinata alla Sardegna qualche altro carico di rifiuti". Lo sottolinea in una nota l'ufficio di presidenza della Regione Sardegna.

11.35 - L'Azienda speciale igiene urbana del Comune di Napoli ha avviato un servizio di raccolta straordinaria dei rifiuti nel quartiere Pianura. Sul posto sono presenti alcuni autocompattatori che sono scortati dalla polizia.

11.00 - E' iniziato al Viminale il vertice sulla sicurezza, convocato dal ministro degli Interni, dedicato all'ordine pubblico in Campania. Al vertice, presieduto da Giuliano Amato, partecipano il capo della polizia, Antonio Manganelli, il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, e il direttore del servizio segreto interno, Franco Gabrielli.

09.29 - Dovrebbe arrivare a Cagliari, e non a Olbia come previsto sino a mercoledì sera, la nave traghetto ''Italroro Three'', della Dimaiolines, partita dopo le 20:30 da Napoli e diretta in Sardegna con un primo carico di rifiuti. Dovrebbe trasportare un primo carico di 40 autocompattatori che raggiungeranno le discariche sarde.

08.30 - A Pianura l'emergenza è ora soprattutto igienico-sanitaria. Le strade continuano ad essere lastricate di spazzatura e, nonostante le basse temperature di questi giorni, dai cumuli di rifiuti si levano miasmi insopportabili.

07.05 - Ancora una notte di fuoco nel quartiere napoletano di Pianura, dove i pompieri hanno compiuto una ventina di interventi per spegnere i numerosi roghi di rifiuti dati alle fiamme. Per la mattinata di oggi è atteso l'intervento da parte degli operatori ecologici dell'Asia, l'Azienda speciale igiene urbana del Comune di Napoli. Il quartiere per tutta la notte è stato sotto stretta vigilanza da parte delle forze dell'ordine.

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Denuncia racket in bingo, 2 arresti

Torino,imprenditore pagava 700mila euro

Ha denunciato alla polizia due estorsori che lo costringevano a pagare il pizzo e li ha così fatti arrestare. Protagonista della vicenda un imprenditore palermitano che gestisce una sala Bingo a Moncalieri (Torino). In cella sono finiti due pregiudicati di 37 e 38 anni, entrambi accusati di estorsione. Per poter esercitare la sua attività l'imprenditore doveva pagare agli indagati 700mila euro.


I provvedimenti di fermo di polizia giudiziaria sono stati emessi dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Marzia Sabella e Francesco Del Bene, coordinati dai procuratori aggiunti, Giuseppe Pignatone e Alfedo Morvillo. L'indagine si è svolta tra Palermo e Torino.

L'imprenditore palermitano che gestisce la sala Bingo ha subito minacce e intimidazioni da parte dei due indagati arrestati dalla polizia. Dalle indagini è emerso che un primo contatto con gli estortori è avvenuto a Palermo, dove l'imprenditore ha subito anche la minaccia di un attentato dinamitardo, seguito dalla richiesta del pagamento di 700mila euro.

Contemporaneamente a questo episodio alcuni complici legavano con delle catene i cancelli della sala Bingo di Moncalieri. L'uomo ha denunciato i fatti, e le indagini hanno portato a delineare il quadro della vicenda legata al racket delle estorsioni.

Uno degli arrestati di 38 anni è cognato di due esponenti mafiosi. L'uomo è stato bloccato a Palermo dagli agenti della polizia. Mentre il 37enne è stato arrestato a Torino grazie alla collaborazione della locale Squadra Mobile.

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Uccisa a Foggia,si cerca convivente

La donna è stata massacrata di botte
La donna di mezza età trovata morta mercoledì a Foggia nell'ex palazzo Scivar, una fabbrica tessile dismessa, sarebbe stata uccisa a calci e pugni. Secondo la perizia medico-legale la vittima, forse un'ucraina, sarebbe stata massacrata nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. I carabinieri hanno ascoltato 5 cittadini marocchini che vivevano nella palazzina e sono alla ricerca del convivente della donna, anch'egli marocchino.

Oltre a varie tumefazioni sul volto, il corpo presentava lividi sul corpo. Gli investigatori hanno però esclusa la violenza sessuale.

Il cadavere era stato trovato al secondo piano dell'edificio, che viene utilizzato da qualche tempo come rifugio da cittadini extracomunitari. Il corpo era adagiato su un materasso sporco di sangue rappreso. Nella stanzetta vi erano rifiuti di ogni tipo, vetri, escrementi e topi.

I carabinieri hanno sentito i cinque marocchini che utilizzavano la vecchia struttura come dormitorio e che hanno detto di conoscere la vittima anche se non sapevano il nome. I cinque conoscevano anche l'altro marocchino che viveva con la donna, di cui si sono perse le tracce. Potrebbe essere stato lui a picchiare e a uccidere l'ucraina: di certo la vittima conosceva bene il suo assassino
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Arrivano Cc e lui uccide la moglie

Milano,militari stavano sfondando porta

Una donna di 32 anni è stata uccisa con una coltellata dal marito proprio mentre i carabinieri, chiamati da lei durante un violento litigio, stavano sfondando la porta di casa. L'uomo, 34 anni, con precedenti penali, è stato arrestato per omicidio volontario aggravato. In quel momento i tre figli piccoli non erano in casa.

La vittima Barbara A., sposata da alcuni anni con M. A., abitava con la famiglia in via Kennedy a Garbagnate. Nel pomeriggio tra la coppia è scoppiata un violento litigio, l'ennesimo secondo quanto riferito dai vicini agli inquirenti. La donna infatti sembra avesse avviato le pratiche per la separazione. Davanti ad una reazione più furiosa del solito del marito, Barbara ha chiamato i carabinieri. Proprio mentre i militari entravano in casa, l'uomo ha preso un coltello da cucina e ha sferrato una sola coltellata mortale al petto della donna.

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Rifiuti, l'esercito entra in azione

Inquinata una falda acquifera a Pianura

A Pianura la protesta contro la riapertura della discarica di Contrada Pisani è giunta al dodicesimo giorno. Una trentina di persone è rimasta tutta la notte a guardia del presidio, osservati a distanza dalle forze dell'ordine. Sono entrati in azione invece i mezzi dell'esercito per liberare dalla spazzatura l'ingresso di una scuola di Afragola. Intanto, è stato rilevato l'inquinamento di una falda acquifera superficiale.


La situazione in tempo reale:

18.30 - Per le prossime ore non è previsto l'arrivo in Sardegna di un'altra nave con un carico di rifiuti della Campania. L'ha sottolineato il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, smentendo l'annuncio del sindaco di Volla secondo cui 50 tonnellate verrebbero stoccate questa sera su una nave in partenza alle 21 da Napoli.

17.35 - Il presidio dei manifestanti all'ingresso principale della discarica di Pianura in contrada dei Pisani a Napoli continua. Lo hanno ribadito poco fa ai giornalisti i manifestanti stessi al termine di una riunione.

17.09 - Oltre alle quattro discariche (Serre, Terzigno, Sant'Arcangelo Trimonte e Savignano Irpino) indicate dalla legge 87 del luglio scorso, che ha recepito il decreto n.61 di maggio, il commissario straordinario Gianni De Gennaro può aprire ulteriori siti per lo stoccaggio dell'immondizia, comprese le discariche già chiuse, per far fronte all'emergenza rifiuti in Campania. E' quanto scritto nell'ordinanza firmata dal presidente del Consiglio.

16.50 - Gianni De Gennaro può chiedere l'uso dell'esercito. L'attribuzione al supercommissario per l'emergenza rifiuti è contenuta nell'ordinanza del Consiglio dei ministri che si compone di quattro pagine ed è stata firmata dal presidente del Consiglio. All'articolo 2, comma 3, si legge: "Al fine di assicurare la piena effettività agli interventi e alle iniziative della presente ordinanza, il commissario delegato è assistito dalla forza pubblica e dalle autorità competenti (prefetture e questure) che assicurano l'attuazione alle decisioni del commissario che può richiedere l'uso delle forze armate per l'approntamento e la protezione dei siti, nonchè per la raccolta e il trasporto dei rifiuti".

16.17 - Sessantamila, settantamila studenti sono ancora in vacanza ''forzata'', ma nel giro di un paio di giorni la situazione dovrebbe avviarsi alla normalità e tra lunedì e martedì i ragazzi dovrebbero tornare tutti in classe.

15.40 - Il commissario straordinario Gianni De Gennaro è giunto a Palazzo Chigi per una prima relazione sull'emergenza rifiuti in Campania.

15.15 - L'inquinamento di una falda acquifera superficiale, ad una profondità di dieci metri, è stato riscontrato dall'Istituto superiore della Sanità nell'ambito del monitoraggio eseguito negli anni scorsi (1994-2001) nella zona della discarica di Pianura. L'istituto ha inoltre messo in evidenza i rischi e quindi il divieto sia per uso umano che irriguo delle acque di quella falda.

14.29 - La Giunta regionale e le amministrazioni provinciali delle Marche hanno raggiunto un'intesa per accogliere e smaltire una parte dei rifiuti della Campania: fino a un massimo di 3mila metri cubi, pari alla quantità media di rifiuti prodotti da una città di 100mila abitanti nell'arco di un paio di settimane. Non è ancora stato precisato quali sono le discariche nelle quali i rifiuti saranno smaltiti.

13.50 - Con la nave arrivata dalla Campania nel porto industriale di Cagliari sono giunte 432 tonnellate di rifiuti che sono stati interamente smaltiti nell'impianto di Macchiareddu. Si trattava per il 30% di rifiuti organici che sono finiti nell'impianto di compostaggio, mentre il restante 70% è stato bruciato nei forni.

13.01 - Parte dei rifiuti di Napoli potrebbe essere smaltita in Svizzera e i responsabili dei vari impianti sono in trattative con la città partenopea. Se si arriverà a un accordo, toccherà ai cantoni interessati e alla Confederazione rilasciare i necessari permessi di importazione. Un'unione di 14 impianti di smaltimento della Svizzera tedesca sta attualmente discutendo con le autorità napoletane.

12.51 - Scuole ancora chiuse a Cercola, uno dei comuni della provincia di Napoli maggiormente coinvolti dall'emergenza rifiuti, con oltre 900 tonnellate di spazzatura nelle strade. Parte della spazzatura giovedì sera è stata data alle fiamme da sconosciuti e poi spenta nel giro di un'ora da due squadre di vigili del fuoco.

12.35 - Sono già una sessantina i mezzi dell'Esercito giunti da varie parti d'Italia a Caserta, sede del quartier generale della Brigata Garibaldi, per contribuire a risolvere l'emergenza rifiuti in Campania. Insieme ai mezzi, circa 100 militari addetti al loro funzionamento, che si sposteranno verso Napoli.

12.11 - "Stiamo seguendo con grande attenzione ciò che sta succedendo in Campania. La Commissione ha già avviato una procedura, a metà del giugno scorso, concernente il non rispetto della legislazione europea sul tema dei rifiuti". Così il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso commenta ancora una volta la situazione dei rifiuti in Campania.

12.05 - Ventidue camion carichi di rifiuti provenienti da Napoli hanno raggiunto l'inceneritore di Macchiareddu, nella zona industriale di Cagliari, dopo essere sbarcati nel porto Canale del capoluogo. La carovana dei mezzi ha raggiunto l'impianto soltanto grazie all'intervento delle forze dell'ordine che, dopo aver caricato i manifestanti giunti al porto per protestare contro l'invio della spazzatura, sono riusciti ad aprire un varco tra la folla.

11.30 - Il giardino della villa del presidente della Regione sarda, Renato Soru, è stato cosparso di rifiuti scaricati dai cassonetti della zona. Numerosi sacchetti sono stati sistemati anche di fronte al cancello d'ingresso e sul muro di recinzione.

10.30 - Il Movimento sardo pro territorio ha indetto lo stato di massima mobilitazione popolare in tutto il territorio sardo contro l'arrivo di dieci navi di rifiuti della Campania annunciato dal presidente della Giunta regionale, Renato Soru. Lo ha dichiarato il coordinatore del Movimento, Alessio Pasella.

09.31 - Il Molise potrebbe accogliere presto parte dei rifiuti provenienti dalla Campania. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Michele Iorio (Fi), specificando che il Molise "è disponibile ad accogliere 3.000 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania da smaltire nelle discariche autorizzate del Molise".

8.00 - Cinquanta cassonetti e tre auto sono stati bruciati nella notte a Cagliari a seguito dello sbarco nel porto Canale di una nave carica di 500 tonnellate di rifiuti proveniente da Napoli. I vigili del fuoco sono stati impegnati in tutti i quartieri della città fino all'alba.
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Moglie tradita si vendica sul Web

Cremona,online l'amante del marito

Cybervendetta erotica a Cremona, dove una moglie tradita è stata denunciata per aver iscritto l'amante del marito in una chat erotica, divulgandone i dati personali e facendola subissare di telefonate hard. La donna ha confessato tutto dopo che la diretta interessata ha segnalato il caso alla Polizia postale, soltanto quando è stato rintracciato il computer da cui era partita l'adesione al sito a luci rosse.


Paola, parucchiera 42enne, al Tribunale di Cremona era entrata come testimone, ma è uscita da indagata. Il pc da cui era partita l'iscrizione alla chat erotica non era il suo, ma quello di un'amica all'oscuro dei fatti, Claudia, e non se l'è sentita di mentire e di metterla nei guai. Davanti al giudice ha raccontato tutto, svelando i retroscena della singolare vendetta virtuale. "Ho fatto tutto io, Claudia non sapeva nulla", ha confessato la 42enne, scagionando l'amica titolare di un negozio di articoli da regalo in un centro commerciale del Bresciano.

Accecata dalla gelosia, Paola ha iscritto ad una chat hard la rivale in amore Anna, 45 anni, divulgando il suo numero di cellulare e inserendo falsi messaggi osè del tipo "Mi piace essere cosparsa di nutella e leccata tutta''. Da quel momento il cellulare dell'amante del marito non ha smesso di suonare e di ricevere Sms bollenti, lasciando senza parole la diretta interessata che, una volta chiarito l'equivoco con gli aspiranti spasimanti, ha deciso di denunciare il fatto alle autorità competenti.

Dopo la confessione, Paola è stata indagata e accusata di sostituzione di persona. Ora andrà a processo e dovrà rispondere del suo gesto davanti ai giudici.

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Papa a Sapienza,"Evento incongruo"

Docenti firmano lettera polemica

Evento "incongruo" e non in linea con la laicità della scienza. Questo il giudizio di alcuni docenti riguardo l'intervento del Papa, previsto per giovedì al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'università La Sapienza di Roma. Gli oltre 60 firmatari della lettera inviata al rettore, tra cui il fisico Andrea Frova, autore con Mariapiera Marenzana di un libro su Galileo e la Chiesa, chiedono che la visita sia annullata.


Con lui hanno sottoscritto la lettera anche i fisici Carlo Maiani, Carlo Bernardini, Giorgio Parisi, Carlo Cosmelli.

''Non abbiamo voluto le firme dei colleghi che hanno incarichi direttivi, ma le adesioni sono arrivate numerose e superano di dieci volte il numero dei firmatari'', ha spiegato Frova. ''La lettera - ha aggiunto - era un documento interno, poi finito nelle mani della stampa''.

Non c'è alcun legame con la protesta studentesca che si sta organizzando in vista della cerimonia di giovedì. I firmatari della lettera non hanno al momento ricevuto risposte ufficiali dal rettore. Tuttavia in seguito ad alcuni incontri informali il programma della cerimonia sarebbe cambiato.

Inizialmente, aveva scritto nei giorni scorsi il fisico Marcello Cini, il programma prevedeva che a tenere la "lectio magistralis" fosse Benedetto XVI. Il programma definitivo indica invece che sarà tenuta dallo storico del diritto, Mario Caravale. Quindi la parola andrà al sindaco di Roma, Walter Veltroni, e al ministro per l'Università e la ricerca, Fabio Mussi. A questo punto è prevista la visita del Papa, con un discorso in programma poco dopo le 11.

Il Vaticano ha confermato la visita
"Nessun cambio di programma. La visita del Papa alla Sapienza, giovedì, si terrà", ha risposto il Vaticano: "Il Papa è stato invitato e la visita si terrà regolarmente".

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Napoli, mattina di blocchi stradali

Ancora proteste per emergenza rifiuti

Dopo una notte relativamente tranquilla, è stata una mattinata di blocchi stradali, quella di lunedì, nel Napoletano. Proteste nel quartiere di Agnano, a Quarto in zona Flegrea, nel comune di Arzano e in quello di Pollena Trocchia. Situazione tesa anche a corso Malta, nel capoluogo, dove è stato bloccato lo svincolo di entrata e di uscita alla tangenziale. Problemi anche a corso Arnaldo Lucci, nella zona industriale.


In via Foria, nel centro di Napoli, la protesta si è placata unicamente per l'intervento di alcuni mezzi della Asia che hanno provveduto a rimuovere una parte dell'immondizia sparsa lungo una delle principali arterie cittadine.

Sono però ancora oltre 7mila le tonnellate di spazzatura non raccolte a Napoli: la situazione di maggiore disagio si registra nei quartieri periferici, ma anche in altri quartieri, come quelli collinari e la zona ospedaliera. Per ora l'azienda napoletana di igiene ambientale sta lavorando per cercare di rimuovere i cumuli di spazzatura nei quartieri del centro storico, dove i rifiuti potrebbero rappresentare anche un problema di viabilità, e di assicurare almeno la pulizia dei mercati rionali.

Pianura, attesa per la decisione di De Gennaro
Grande attesa in Campania per la decisione definitiva del commissario di Governo per l'emergenza rifiuti, Gianni De Gennaro, sul sito di Pianura, individuato nei giorni scorsi per l'apertura di una discarica a Napoli. Secondo quanto ha riferito il sindaco Rosa Russo Iervolino, De Gennaro dovrebbe pronunciarsi lunedì, durante un discorso in Consiglio comunale.

Anche le mamme protestano
Divampa nel Napoletano la protesta dei genitori per le cataste di rifiuti accumulate davanti a molti istituti scolastici della provincia. L'Asl Napoli 2 ha compiuto i sopralluoghi dopo le denunce di molte mamme, e chiesto ai sindaci la chiusura di altri istituti. Potenziati anche gli interventi di derattizzazione e disinfezione in 18 Comuni. Blocchi stradali in via Campana, a Pozzuoli, organizzati dai residenti.

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14/01/2008 18:55
 
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Meningite, morta bimba di tre anni

Infezione letale a Torino

Nuovo caso mortale di meningite a Torino, dove una bimba di tre anni è deceduta nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale infantile Regina Margherita a causa di una sepsi meningococcica. La notizia è stata diffusa attraverso una nota dell'ospedale. La bimba era stata ricoverata domenica sera, dove era stata sottoposta a tutti gli esami del caso, e poi successivamente dimessa.


I genitori si erano ripresentati più tardi all'ospedale per la comparsa di lesioni cutanee e la bimba è poi deceduta nella notte. I medici dell'ospedale sottolineano che questo tipo particolare di meningite è difficilmente diagnosticabile.

"Alla prima visita non si riscontrava nessun segno neuropatologico e non c'era nulla che potesse fare pensare al peggio", sottolinea la nota dell'ospedale che aggiunge: "quando la meningite si presenta in questa forma non ha con sé sintomi leggibili".

Sui familiari della bambina e sul personale sanitario che ne è venuto a contatto è stata effettuata la profilassi del caso ed è stato inoltre disposto di estendere la profilassi anche a tutti i bambini e ai loro familiari, una cinquantina di persone in tutto.

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Scoppio in deposito botti: 4 morti

Terni, un altro è rimasto ferito

Quattro persone sono morte nell'esplosione di una fabbrica di fuochi d'artificio a S. Egidio di Madonna delle Macchie, nel comune di Orvieto (Terni). Le vittime sono tutte della stessa famiglia: Renato Cignelli, di 44 anni e la moglie Rosanna Abbatematteo di 31, il fratello dell'uomo, Fiorenzo Cignelli, di 58 anni, e sua moglie Elisabetta Tirinnanzi di 53. Un giovane di 26 anni, Giandomenico Cignelli, loro congiunto, ha riportato gravi ustioni.



La fabbrica, intestata a Renato Cignelli, opera almeno dagli anni novanta ed ha ottenuto regolare autorizzazione per la produzione, detenzione e vendita di materiali esplodenti dalla prefettura di Terni. La gestione era di carattere familiare, ma i Cignelli erano considerati particolarmente scrupolosi ed esperti nel loro lavoro.

Le cause della esplosione sono ancora da accertare e sarà particolarmente utile il racconto dell'unico sopravvissuto. I cadaveri sono stati recuperati da squadre di pompieri giunte da Terni, Orvieto ed Amelia. Le indagini sono svolte dalla polizia e coordinate dal procuratore della repubblica di Orvieto.

Sul luogo si sono recati anche il questore di Terni, Gianfranco Urti, il dirigente della squadra mobile, Luca Sarcoli, personale della scientifica e del commissariato di polizia di Orvieto, Il comune di Castiglione in Teverina, dove risiedevano le vittime, che si trova in provincia di Viterbo, ma proprio al confine con l'Umbria dove era situato lo stabilimento, ha proclamato il lutto cittadino.

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Verona, spari sui passanti

Due giovani bloccati dalla polizia

Avevano scambiato corso porta Nuova a Verona per un poligono di tiro e con un fucile ad aria compressa, nascosti dietro una persiana, sparavano sui passanti: a scoprire i due giovani cecchini e a fermare il loro folle divertimento, la squadra mobile di Verona, dopo la segnalazione di numerose persone e il ferimento, in due giorni, di dieci passanti tra cui una bambina di dieci anni.

Con l'accusa di lesioni volontarie aggravate, continuate in concorso, un giovane di 24 anni è finito in manette mentre il suo complice, di 17 anni, è stato denunciato al Tribunale dei minori. Dopo aver acquistato un fucile ad aria compressa in un negozio del capoluogo scaligero, i due si sono appostati dietro le finestre dell'appartamento del più grande e avevano iniziato a "giocare" al tiro al bersaglio sui passanti.

Dopo il ferimento di una ragazza di 24 anni, colpita a una coscia e a una mano mentre transitava sul marciapiedi, gli agenti hanno individuato la finestra e quindi hanno fatto irruzione bloccando i due "cecchini". Sequestrati il fucile utilizzato per sparare e centinaia di pallini pronti per essere utilizzati

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Milano, infermiere violenta 84enne

L'abuso è avvenuto sul letto d'ospedale

Sarebbe stata stuprata sul suo letto d'ospedale. Vittima della violenza una donna di 84 anni. E' successo in una clinica privata di Milano. Ad abusare dell'anziana, come riporta l'edizione milanese del quotidiano Cronaca Qui, sarebbe stato un infermiere di 40 anni. Sulla vicenda indaga il pm Sandro Raimondi. L'uomo avrebbe violentato l'84enne dopo essersi avvicinato con la scusa di medicarla.

Accanto alla brandina della donna stava riposando un'altra anziana paziente che, in stato di semi-incoscienza, non si sarebbe accorta di quello che stava accadendo nella stanza. Dopo la violenza la vittima ha raccontato tutto a una parente che ha avvisato le forze dell'ordine.

Sembra che l'84enne, ancora sotto shock per l'accaduto, non abbia voluto sporgere denuncia, ma l'indagine sarebbe però scattata d'ufficio.

Dello stupratore finora nessuna traccia. Dopo la vicenda sarebbe riuscito a far perdere le proprie tracce.

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Rifiuti, bufera sui superstipendi

Procura Napoli accusa Bassolino

Duro atto d'accusa della Procura di Napoli nei confronti del governatore della Campania, Antonio Bassolino, e altre 28 persone di cui è stato chiesto il rinvio a giudizio per l'inchiesta sulle presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti. Secondo i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, l'emergenza rifiuti in Campania è stata sfruttata per elargire superstipendi e "guadagni inimmaginabili" per altri settori della Pubblica Amministrazione.


Dall'impianto accusatorio emerge l'equazione per cui il perdurare dell'emergenza, lunga 14 anni, è servita a tenere in piedi un sistema di consulenze milionarie. Per chi lavorava nel commissariato "più durava l'emergenza, più guadagnava". Davanti al gip Marcello Piscopo, i pm hanno ribadito le accuse contro la gestione commissariale che avrebbe avuto interesse nel mantenimento della situazione di emergenza. I magistrati hanno citato, come esempio, i casi di compensi annui di un milione e 50mila euro annui per il subcommissario Vanoli e cifre tra 800-900mila euro per i subcommissari Paolucci e Facchi.

I pm durante l'udienza preliminare hanno riferito casi di ingenti compensi e rilevanti rimborsi spese per i vertici del commissariato. I magistrati hanno poi affrontato il tema dei vantaggi che avrebbero avuto amministratori e titolari delle aziende, in primo luogo l'Impregilo, che non avrebbero rispettato i termini del contratto producendo, tra l'altro, negli impianti Cdr un materiale inutilizzabile come combustibile nel costruendo inceneritore di Acerra. Se le discariche in Campania sono sature - emerge dall'accusa - la responsabilità è da individuare nella cattiva gestione, risalente agli anni scorsi, dell'emergenza da parte della struttura commissariale.

Delineato anche il ruolo del governatore Antonio Bassolino che - per i pm - come commissario per l'emergenza rifiuti era amministrativo e non politico, per cui il presidente della Regione era al corrente, ad esempio, delle inadempienze riguardanti gli impianti Cdr. Secondo i magistrati, Bassolino inoltre "sapeva" e nei suoi confronti non viene applicato il teorema del "non poteva non sapere". Bassolino era venuto a conoscenza delle inadempienze riguardanti gli impianti Cdr, e si sarebbe dovuto attivare in quanto aveva "giuridicamente l'obbligo di controllare".

Ancora rifiuti per le strade
A Napoli sono circa 900 le tonnellate di spazzatura che giacciono nelle strade, mentre procede la raccolta straordinaria disposta dall'Asia. La raccolta dei rifiuti a Napoli è assicurata grazie allo sversamento negli impianti Cdr di Giugliano e Caivano e allo stoccaggio in alcuni siti, oltre al trasferimento all'estero. Non mancano le iniziative di protesta, sia pure in forma goliardica: sacchetti di immondizia in miniatura sono esposti in bella mostra tra collane e orologi nella vetrina di una gioielleria a San Giorgio a Cremano, mentre nel quartiere napoletano di Gianturco è andata in scena una festa di carnevale 'antimunnezza', con tanto di bambini che indossavano maschere antigas e fiocchi ricavati dalla plastica nera dei sacchetti della spazzatura. Lavori ultimati nel sito casertano di Ferrandelle, dove domani sono attesi i primi camion.

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Erba, "Rosa e Olindo prepotenti"

Testimone: "Raffaella terrorizzata"

E' cominciata con la testimonianza dei vicini di casa la quarta udienza del processo, davanti alla Corte d'assise di Como, per la strage di Erba. Tra i primi ad essere ascoltato è stato Luigi Lazzarini, che ha puntato il dito contro Rosa e Olindo, dicendo che avevano dato dimostrazione di "prepotenza". La sera della tragedia non vedendo l'auto dei Romano pensò: "Che bello, non ci sono quei rompic...". Su Raffaella Castagna: "Era terrorizzata".



Il processo per la strage di Erba ricomincerà l'11 febbraio prossimo: nell'udienza proseguiranno le deposizioni degli altri testimoni dell'accusa.

Il primo ad essere stato sentito, nel corso dell'udienza davanti alla Corte d'assise di Como, è stato Livio Ramon, figlio di un pensionato che vive nella corte di via Diaz 25: fu avvertito dai soccorritori dell'incendio che era scoppiato nella casa della famiglia Castagna-Marzouk. L'uomo non si era accorto di nulla perché quella sera teneva alto il volume della televisione.

In aula, come in ogni udienza, si sono presentati gli stessi Olindo Romano e Rosa Bazzi, imputati per la strage. Olindo ha, per la prima volta, sostituito il suo maglione marrone con un altro, di colore grigio chiaro, con righe orizzontali azzurre. Per Rosa un maglioncino blu.

"I Romano erano prepotenti"
Luigi Lazzarini ha ricordato che le liti con i Romano cominciarono per via di un vaso di fiori ''Da quel momento, di fronte a quella prepotenza - ha raccontato - ho deciso di non rivolgergli piu' la parola. Mia moglie non poteva fare nulla che erano sempre discussioni con quella signorina la''', ha detto rivolto a Rosa Bazzi. ''Un giorno lei mi disse: 'o sposti la tua auto o le do fuoco'''. A quel punto, nella gabbia Rosa Bazzi ha scosso la testa come in segno di diniego. Lazzarini se n'e' accorto e le ha detto: ''E' inutile che fai cosi', e' tutto vero''. Per questo e' stato richiamato dal presidente della corte.


"Raffaella era terrorizzata"
"Nell'ultimo periodo -ha ricordato Lazzarini- Raffaella continuava a ripetere al piccolo Youssef di stare attento, di non fare rumore, era terrorizzata dall'idea di litigare con i coniugi Romano". Lazzarini ha parlato inoltre di una minaccia di Rosa Bazzi: "Se non sposti la macchina di lì le do fuoco". E ancora nell'aula ha parlato della "presenza fastidiosa di Olindo che appoggiato all'auto o alla porta era solito fumare e dalla sua posizione poteva vedere chi andava e veniva dalla corte". Quanto alla sera dell'11 dicembre 2006 in cui morirono Raffaella Castagna, suo figlio, sua madre e una vicina di casa, Lazzarini ha ricordato l'assenza dei coniugi Romano. "Stranamente quel lunedi' -sottolinea- non c'era la macchina di Romano".


"Solo uno screzio per un vaso di fiori"
Maria Rosa Fiorini, moglie di Luigi Lazzarini, nello spiegare al pm di non aver mai avuto particolari tensioni con gli imputati, ha ricordato uno screzio "perché misi un vaso con una pianticella all'esterno e dava fastidio alla signora Rosa". La teste ha spiegato di essere a conoscenza delle discussioni fra i coniugi presunti assassini e Raffaella Castagna, "che sicuramente era una donna rumorosa nel muoversi in casa, tanto che le avevo consigliato di essere più accorta viste le discussioni con quelli di sotto. Raffaella mi raccontò di una lite nel corso della quale vennero alle mani". Era la sera del 31 dicembre 2005, fu la lite che portò Raffa a querelare Olindo e Rosetta chiedendo poi 3.500 euro di risarcimento e scatenando nei due coniugi l'ira irrefrenabile, che, secondo l'accusa, li avrebbe portati a compiere l'eccidio".

La difesa: "C'era qualcun altro"
Sulla scorta della testimonianza di un vicino di casa siriano delle vittime e dei coniugi Romano, la difesa degli imputati pare intenzionata dimostrare che ci fossero una o più persone non ancora identificate nell'appartamento della famiglia Marzouk-Castagna. ''Il testimone ha riferito che prima dell'aggressione ha sentito dei passi leggeri - ha detto l'avvocato Enzo Pacia, in una pausa sell'udienza - . Passi che non potevano essere di Raffaella Castagna''. C'è un altro particolare: una testimone, nelle udienze precedenti, aveva riferito di un extracomunicato, che lei conosceva, da cui si era fatta prestare un cellulare per dare l'allarme. Il siriano alla domanda se avesse dato il suo telefono cellulare a qualcuno, dopo la scoperta dell'incendio ha risposto: ''No''. Questo potrebbe offrire il destro ai difensori per sostenere che sulla scenda del delitti ci fosse qualcun altro oltre agli imputati.

"Sentii trambusto e pensai bimbo giocasse"
"Quella sera sentii dei forti rumori, come se al piano di sopra stessero spostando di mobili. Sentii dei passi pesanti. Parecchio trambusto. Sentii una porta sbattere. Infine una sorta di debole lamento". Il terzo testimone, Abdul Karim Jhalouf, da tutti indicato come il "siriano" che con moglie e due figli abitava in un monolocale del piano terra, esattamente sotto una parte dell'appartamento di Raffaella Castagna. A suo tempo dichiarò di aver inizialmente pensato che fosse Youssef che stesse giocando: "Poi però mi resi conto che non erano rumori normali di non aver udito la voce del bambino. Solo alla fine di tutto udii un debole mhhh... un lamento di donna". Versione che ha riconfermato in toto. "Volevo andare a vedere cosa stesse accadendo, mia moglie mi disse di lasciar perdere. Pensammo che potesse essere una discussione tra Raffa e Azouz più animata del solito. Capitava di sentirli litigare, ma quella volta non era una cosa normale. Ho solo dato una occhiata fuori tramite lo spioncino ma non vidi nulla di particolare se non la luce delle scale che si accendeva e spegneva. Due o tre volte. Gli ultimi rumori che sentii, ebbi l'impressione che fossero pugni picchiati pesantemente sul pavimento", ha aggiunto.

Quando quella sera Abdul Karim tornò a casa erano circa le 18.30 e "sentì leggeri passi, rumori abituali, provenire dal piano di sopra, fin verso le 19.30". "Non erano i soliti passi - ha detto il teste - perché leggeri. Quelli di Raffaella erano più pesanti. Pensai che fosse tornato il marito che non vedevo da alcuni giorni". E' stato ricordato che a quell'ora Raffaella non poteva esserci perché alle 19.15 prese il treno ad Asso per tornare a casa: un tragitto di circa 10-15 minuti per arrivare a Erba.

Risolto il giallo del telefonino
E' stato risolto in breve tempo in udienza il piccolo giallo del telefono cellulare passato di mano tra i vicini di casa. Il giallo è stato determinato, probabilmente, dall'incerta comprensione della lingua italiana da parte del siriano Abdoulkari Kazhouf, vicino di casa delle vittime e degli imputati. Alla domanda dei difensori, Kazhouf aveva riferito di non avere prestato a nessuno il suo telefono cellulare. Una testimone, Claudia Canali, nell'udienza precedente, aveva raccontato che, dopo la scoperta dell'incendio, aveva tentato di dare l'allarme con un telefono cellulare che gli era stato prestato da un immigrato che non aveva riconosciuto. I difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi sembravano voler utilizzare questo particolare per ipotizzare la presenza, sul luogo, di una persona sconosciuta. In realtà, l'immigrato è risultato essere proprio Kazhouf che, a una domanda del presidente della corte, ha risposto: ''Ho prestato il telefono alla moglie del vigile del fuoco che abita nella corte''. Il vigile del fuoco è appunto il marito della Canali.

"Rosetta è fragile e nervosa"
"Sono andato in via Diaz per vedere cosa fosse accaduto. Quando sono tornato in piazza del mercato dove avevo parcheggiato la mia auto, vidi nella loro auto, ferma e a motore acceso, Olindo e Rosa che conoscevo perché lei veniva periodicamente a casa nostra per aiutare mia madre nelle faccende domestiche. Dissi loro cosa era successo perché sapevo che abitavano in quella corte". Sul banco dei testimoni Nicola Mariani, il primo, stando al suo racconto, a vedere i due coniugi subito dopo l'eccidio. "In via Diaz si era già formata un folla di almeno una sessantina di persone. Quando dissi ai due coniugi cosa era accaduto - ha raccontato Mariani - mi chiesero di accompagnarli. Lo feci perché mi parve che la signora Rosa fosse visibilmente agitata. Sembrava sconvolta per quello che gli avevo appena raccontato. Mi pare fosse più verso le 21.30 che prima". Rispondendo alle domande dell'avocato Luisa Bordeaux, Mariani ha definito "Rosetta una persona fragile. Sapevo che scattava facilmente quando riscontrava qualche cosa a lei non gradita".

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07 Febbraio 2008
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Roma,trovato cadavere di un neonato

Il corpo in un magazzino di riciclaggio

Il cadavere di un neonato è stato trovato in un magazzino di riciclaggio di carta in via delle Gerbere, a Santa Palomba, località alle porte di Roma. Secondo le prime informazioni, il corpo privo di vita è stato scoperto da un'addetta al nastro trasportatore nella fase della divisione dei rifiuti della società Inca. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato e il personale del 118.

Era da poco iniziato lo smistamento degli ultimi carichi di carta da riciclare, che poi avrebbe dovuto essere avviata al compostaggio, quando è stato scorto il corpo del bambino. Immediatamente gli addetti hanno bloccato il lavoro e hanno dato l'allarme.

Nel magazzino confluisce la carta che proviene dalla raccolta differenziata nella Capitale: non si esclude quindi che il neonato possa essere stato trasportato con uno dei carichi che arrivano a Santa Paolomba.

Gli agenti intervenuti sul posto stanno compiendo accertamenti in tutti gli ospedali di Roma nel tentativo di risalire alla madre e al luogo dove è stato gettato il corpicino.

Il compito è però reso difficile dal fatto che il cadavere è orrendamente straziato: manca completamente la parte inferiore del corpo (tanto che non è ancora stato possibile stabilire se sia un maschio o una femmina), probabilmente tranciata da una delle ruspe che caricano la carta sul nastro trasportatore per la lavorazione.

Il magistrato ha disposto l'autopsia, soprattutto per capire se il bambino sia morto a causa dei macchinari oppure soffocato all'interno del contenitore di carta da riciclaggio.

Il mondo è una discarica di persone inutili, se devi cercare qualcosa cercalo in te stesso, le altre persone esistono solo per crearti problemi.... RICORDA, TU SEI UNICO, TU SEI IL MIGLIORE

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Mafia, operazione tra Italia e Usa

Gli arresti sarebbero una ottantina

Sono circa 80 gli arresti disposti dai magistrati della procura distrettuale di New York e dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo nell'ambito dell'inchiesta "Old bridge" nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose palermitane, coinvolti in traffici internazionali di stupefacenti tra l'Italia e gli Usa. I magistrati di New York hanno ordinato l'arresto di Frank Calì, ritenuto il nuovo boss della famiglia Gambino.


Il boss, secondo le indagini condotte in maniera congiunta dall'Fbi e dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato, è da alcuni anni in contatto con i mafiosi palermitani che facevano capo a Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo. Le indagini sono condotte dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato e dalla Squadra mobile di Palermo, coordinati dalla Dda e dalla procura nazionale antimafia. L'inchiesta ''old bridge'' di competenza italiana riguarda esponenti mafiosi in collegamento con gli americani sui quali stanno indagando l'Fbi coordinati dai magistrati della procura distrettuale di New York. A Palermo la squadra mobile e il Servizio centrale operativo hanno eseguito circa venti ordini di fermo disposti dalla Dda, mentre a New York sono stati effettuati 60 arresti.

Il boss ai nipoti: "Lasciate l'Europa"
Fra i dettagli emersi sull'operazione antimafia 'Old bridge' c'è l'intercettazione ambientale registrata lo scorso 30 agosto all'interno del carcere di Torino, nella quale il boss mafioso Francesco Inzerillo, detto 'u' truttaturi' (il trottatore ndr), rivolgendosi ai nipoti Gianni e Pino Inzerillo, li invita a lasciare l'Italia. "Qua c'è solo d' andare via.. e basta.. - diceva senza sapere di essere intercettato - se non fai niente devi pagare, se fai devi pagare per dieci volte". E aggiungeva: "il punto è che tu non puoi stare.. che ormai i nomi sono segnalati, punto e stop". "La migliore cosa e quella d'andarsene?.. basta essere incriminato per l'art. 416 bis, automaticamente scatta il sequestro dei beni?. cosa più brutta della confisca dei beni non c'è". I due nipoti gli rispondevano di avere già preso in considerazione questa ipotesi, "anche perchè - si legge nel provvedimento dei pm - la pubblicità dovuta ai media, faceva sì che la gente li guardasse in maniera strana". Francesco Inzerillo ha quindi suggerito che l'unica soluzione accettabile era "andarsene dall'Europa.. non dall'Italia .. devi andare via dall'Europa..".

Spuntano i "pizzini" sugli Inzerillo
Numerosi "pizzini" rinvenuti sia nel covo del boss Bernardo Provenzano, sia in quello del boss Totuccio Lo Piccolo, quando furono arrestati, testimoniano i legami dei boss siciliani con gli Inzerillo, rifugiatisi in America durante la seconda guerra di mafia negli anni Ottanta. In uno di esso Lo Piccolo chiede a Provenzano di consentire di fatto "l'arruolamento" degli Inzerillo, considerati dei giovani "che non escono fuori dal seminato". In un altro "pizzino" riferibile a Lo Piccolo si rileva la volontà dello stesso di far rimanere a Palermo gli Inzerillo. Come scrivono i magistrati nel provvedimento di fermo, "allo stato attuale delle indagini, si può ritenere, in estrema sintesi che nel 2002/2003 Cosa nostra palermitana avviò nuovi contatti con la Cosa nostra statunitense, ed in particolare con la famiglia Gambino, con cui peraltro i rapporti non erano mai cessati come dimostrano le indagini culminate nelle note operazioni di Polizia denominate "Iron Tower" e "Romano-Adamita", da cui emergeva che i gruppi familiari di origine siciliana dei Gambino, degli Inzerillo, dei Mannino e degli Spatola, seppur annoverati tra i gruppi "perdenti" della seconda guerra di mafia degli anni '80, erano coinvolti in molteplici attivita' illecite, sia in Italia che negli Usa, tra cui il traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

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