Politica

E' il vostro Scandro che vi parla.xd

Convocati per scioglimento delle Camere

"Ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione (che prevede il potere di scioglimento delle Camere), il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riceverà questa sera, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Senato della Repubblica senatore Franco Marini, alle ore 18,00 e il Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Fausto Bertinotti, alle ore 19,00". Lo rende noto un comunicato del Quirinale.

Se il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scioglierà le Camere, verrà battuto il record negativo di durata di una legislatura. L'attuale legislatura, la quindicesima, è iniziata il 28 aprile 2006. In caso di scioglimento immediato, si voterebbe entro il 13 aprile e la legislatura durerebbe quindi poco più di 23 mesi.

Il precedente record appartiene all'undicesima legislatura che durò quasi 24 mesi: dal 23 aprile 1992 al 14 aprile 1994. Fu breve anche la dodicesima legislatura dal 15 aprile 1994 all'8 maggio 1996 (poco più di 24 mesi).

Corte dei Conti, appello a istituzioni

"La Repubblica vive un momento di diffuso malessere e incertezza", ha detto il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario. "Occorre riconsiderare alcune scelte per ridare sistematicità all'insieme degli organismi amministrativi a tutti i livelli", ha continuato Lazzaro, che ha anche denunciato "un quadro di corruzione ampiamente diffuso su tutti i livelli".


Il presidente della Corte dei Conti punta il dito contro l'inadeguata politica dei redditi per gli statali. "La dinamica delle retribuzioni supera sistematicamente gli obiettivi programmatici - ha sottolineato Lazzaro - a causa di molteplici distorsioni", tra le quali i ritardi dei rinnovi contrattuali o la non connessione con la produttività.

"Non agendo per anni - ha spiegato Lazzaro - si rischia di provocare danni ingenti per i quali nessun giudice, probabilmente, riuscirà mai a pervenire a una quantificazione tanto meno ad ottenere il risarcimento".

Tullio Lazzaro ha sottolineato come "sarebbe importante avere la possibilità di bloccare sul nascere gli sprechi", lavorando in sintonia con il ministro dell'Economia, al quale spetta "l'ultima decisione sul reimpiego delle risorse bloccate in altri settori della spesa pubblica".

"Senza investimenti non ci può essere sviluppo", con questo monito Tullio Lazzaro ha concluso il suo attacco alla Pubblica Amministrazione, colpevole di far quadrare i conti, intaccando le possibilità di crescita del Paese.

Cdm ha fissato la data

Il referendum sulla legge elettorale è stato indetto per il 18 maggio. E' quanto ha deciso il Consiglio dei ministri. Lo ha riferito il ministro per i Rapporti col Parlamento, Vannino Chiti. La data fissata è subordinata allo scioglimento o meno delle Camere. Se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dovesse propendere per questa decisione la consultazione popolare slitterebbe automaticamente al 2009.


Nel caso in cui il Capo dello Stato dovesse sciogliere il Parlamento, infatti, spetterebbe al governo che si formera' dopo le elezioni politiche approvare un provvedimento ad hoc con la nuova data del referendum. Da parte del governo in carica, indire il referendum per una data precisa è stato un atto dovuto per evitare che, si potesse chiedere al nuovo governo di indire la consultazione popolare entro il 15 giugno di quest'anno a causa di un buco interpretativo lasciato dalla legge.

Comincia, intanto, a farsi sempre più strada l'ipotesi di elezioni anticipate e di un election day. "Il mio parere - ha dichiarato Chiti -che ho confrontato anche con il ministro Giuliano Amato, e' che in caso di scioglimento delle Camere sarebbe opportuna una coincidenza delle elezioni politiche con quelle amministrative". Le amministrative dovrebbero tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno, mentre le politiche potrebbero svolgersi il 13 e 14 aprile e dunque sarebbe necessario un provvedimento per anticipare le prime. "Ora valuteremo tutti gli aspetti - ha concluso il ministro per i Rapporti con il Parlamento - eventualmente questo sara' previsto in un provvedimento sugli aspetti tecnici del voto che potrebbe essere adottato nel prossimo Consiglio dei ministri".

06 Febbraio 2008

Attesa per data nuove elezioni
"Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell'art. 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato e della Camera, che è stato controfirmato dal presidente del Consiglio. Lo ha detto il segretario generale del Quirinale Donato Marra.


Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso il suo rammarico per la nuova chiamata alle urne senza che la riforma elettorale sia stata approvata. "La scelta di sciogliere le Camere e' stata obbligata visto l'esito negativo degli sforzi che ho doverosamente compiuto nella convinzione che elezioni cosi' fortemente anticipate costituiscano un'anomalia rispetto al normale succedersi delle legislature parlamentari, non senza conseguenze sulla governabilita' del Paese" ha dichiarato il Capo dello Stato spiegando di aver ponderato questa decisione "al di fuori di qualsiasi condizionamento''. "Il dialogo resta un'esigenza ineludibile per il futuro del Paese - ha aggiunto Napolitano -.Mi auguro che la prossima campagna elettorale si svolga in un clima corrispondente a questa esigenza, da molti ribadita anche in questi giorni, di maggior linearita', stabilita' ed efficienza del sistema politico-istituzionale''.

Napolitano ha quindi ringraziato il presidente del Senato, Franco Marini, per l'impegno e lo scrupolo con cui ha condotto i numerosi incontri per effetto dell'incarico ricevuto. Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che "gia' nel febbraio dello scorso anno, rinviando in Parlamento il Governo dimissionario, avevo ricavato dalle consultazioni da me svolte la 'necessita' prioritaria di una modificazione del sistema elettorale vigente'. Ma nelle discussioni che su tale materia sono da allora seguite, anche e soprattutto in sede parlamentare, hanno a lungo negativamente pesato incertezze e divisioni tra le forze politiche".

ELEZIONI IL 13 E IL 14 APRILE
La elezioni anticipate si svolgeranno domenica 13 e lunedì 14 aprile. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri. Il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha sottolineato che invece non è ancora stata presa la decisione se abbinare o meno le elezioni amministrative a quelle politiche. "Sull'election day decideremo tra questa e la prossima settimana", ha aggiunto.

Moglie Mastella attacca leader del Pd

Per Sandra Lonardo, moglie dell'ex ministro Clemente Mastella, la colpa della crisi di governo è di Walter Veltroni e della sua scelta di correre da solo con il Pd. La moglie di Mastella ribadisce che "il terremoto politico non l'ha provocato Clemente in merito alla vicenda giudiziaria che ci vede coinvolti ma Veltroni quando ha detto che alle elezioni il Pd sarebbe andato da solo".


La moglie dell'ex Guardasigilli ha poi parlato della sua situazione e di quella del marito: "Speriamo che presto, pur tenendo conto dei tempi della giustizia, possiamo essere riabilitati completamente, anche se lo siamo gia' con la nostra coscienza - ha affermato -. In tal senso, non ho mai perso lo smalto che mi ha sempre contraddistinto. Sono tranquillissima e le accuse le rimando al mittente, perche' potro' dimostrare nei luoghi giusti quali sono le mie ragioni e quanta millanteria purtroppo c'e' intorno a questo caso giudiziario, che ha visto coinvolti non solo me ma anche tanti amici dell'Udeur".

Una Sandra Lonardo a tutto campo: intervenendo alla trasmissione di Maurizio Belpietro ha affrontato anche temi riguardanti la situazione dell'Udeur e alla possibilita' che il partito si presenti all'interno della Casa delle liberta' ma senza il proprio simbolo: ''Questo non lo so dire. Sabato prossimo abbiamo il consiglio nazionale del partito, dove decideremo tutti insieme la linea da seguire. Al momento, sappiamo soltanto che si sciolgono le Camere e che l'Udeur e' un partito di centro che ha come punto di riferimento il Partito popolare europe". "Non credo che sia vero che il centrodestra non voglia l'Udeur- ha aggiunto -Penso che la Cdl voglia presentarsi agli elettori con meno sigle possibile: ma non ci e' mai stato detto che non ci vogliono".

La Lonardo ritorna poi sulla vicenda giudiziaria. "Sicuramente qualcuno ha voluto complotare contro di noi - ha accusato - altrimenti non si spiega quanto accaduto. In tutta questa storia non c'e' una tangente, non girano soldi: e' tutto un discorso basato sulla politica. Il che dovrebbe far considerare a tutti qual e' il limite fra la politica, la gestione e il controllo. Evidentemente - ha concluso la Lonardo - Mastella e' una persona scomoda, perche' come ministro della Giustizia voleva portare a una pacificazione fra la politica e la magistratura; pacificazione evidentemente non gradita a qualcuno".

Binetti: “E' un'aberrazione”

Un embrione umano, nato dal Dna di tre genitori, un uomo e due donne. Questa la comunicazione di alcuni ricercatori dell'università di Newcastle: lo scopo è prevenire problemi legati a difetti del Dna mitocondriale, materno, che può trasferire, quando difettoso, determinate malattie al nascituro, come alcune forme di epilessia o patologie muscolari. Dunque, non c’è nessun “triangolo” che intenda sostituire la coppia.


Il terzo genitore infatti serve agli studiosi di Newcastle solo per scongiurare al nascituro malattie ereditarie. I mitocondri sono organelli intracellulari che forniscono energia e che contengono Dna. Difetti al Dna mitocondriale sono riconosciuti responsabile di una quarantina di malattie. Il team inglese è convinto che queste patologie possano essere evitate se gli embrioni a rischio sono sottoposti a trapianto mitocondriale. Il procedimento richiede una fertilizzazione in vitro e la successiva rimozione del nucleo della cellula uovo materna. Il nucleo è poi inserito in un ovocita di donatrice il cui Dna è stato rimosso. Il risultato è un feto che ha ereditato i geni materni e paterni ma i mitocondri di una terza persona (femmina). La tecnica è per ora stata sperimentata solo in laboratorio e gli embrioni ottenuti sono stati distrutti dopo sei giorni.

Ma tanto basta perché la notizia, giunta in Italia, subito inneschi lo scontro tra cattolici e scienziati. Non usa mezzi termini Paola Binetti:“Sono aberrazioni mentali da cui dobbiamo guardarci – sbotta la senatrice teodem – la definirei una ferita grave all’organismo umano”. Seguono i dubbi del collega teodem Luigi Bobba per il quale “ogni bambino ha diritto al proprio Dna fatto da due genitori, e che non sia manipolato”. Anche perché, aggiunge l’ex presidente Acli, “la scienza va avanti a grande velocità e siamo in ritardo dal punto di vista del dibattito etico su cosa sia giusto, lecito, quali limiti porre”. Anche dall’Udc Luca Volontè mette i primi paletti: “Siamo arrivati ormai alla costruzione dell’uomo artificiale al Frankenstein dei film in bianco e nero”. E, dal genetista Bruni Dallapiccola la ciliegina sulla torta: “E’ un obbrobrio – sbotta – praticamente un’ammucchiata in provetta”.

Sarà. Ma dall’altro fronte, gli scienziati non sono poi così allarmati,anzi. Per il presidente della commissione Sanità al Senato, Ignazio Marino, non c’è “nessun problema etico nella creazione di un embrione con tre genitori perché in realtà i genitori sono e restano due”. E poi, tranquillizza pure il direttore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano, Giulio Cossu, “questo esperimento è una strada corretta per ovviare a dei difetti del Dna mitocondriale della madre che possono trasmettere malattie al figlio”.

Schifani: se condivide nostro progetto

"Se Mastella condividerà il nostro progetto, non vedo perché dovremmo adottare un atteggiamento di esclusione nei confronti di qualcuno. La nostra logica liberale è quella di portare attorno ad un tavolo tutti coloro che condividono un progetto". Queste le parole di Renato Schifani, capogruppo di Fi al Senato, sull'ipotesi che l'ex ministro della Giustizia possa apparentarsi con la Cdl, malgrado le perplessità della Lega Nord.

Riguardo alla mosse di Berlusconi dopo la sfida lanciata dal segretario del Pd Walter Veltroni di correre da soli alle elezioni del 13-14 aprile Schifani è categorico: ''Non mi risulta che sia all'ordine del giorno perché non intendiamo abboccare alla provocazione di Veltroni. Il Pd è costretto ad adottare questa strategia dopo il fallimento del governo Prodi, noi invece stiamo lavorando per semplificare la coalizione del centrodestra''.

In vendita la collezione di quadri

VIttorio Sgarbi costretto a mettere all'asta una buona parte della rinomata collezione di famiglia per ripianare i conti ormai in rosso. In un'intervista al quotidiano Libero, l'assessore alla Cultura di Milano non si nasconde e rivela che venderà duecento tra i suoi capolavori artistici per risollevare una situzaione economica disastrosa: "Per le donne non ho mai speso una lira - confessa - sono in rosso da prima".



Il noto critico d'arte non si nasconde e confessa candidamente di non aver buttato via denaro per conquistare le sue ex: "Preferisco comprare opere, che hanno un valore inestimabile, anche se poi il mercato lo riduce a una cifra". In realtà, il ricavato della vendita all'asta gli servirà per finanziare un nuovo progetto: creare una fondazione da lui gestita che dovrebbe raggruppare almeno quattrocento dipinti da far viaggiare in tutta Italia in mostre itineranti tra Parma, Venezia, Roma e Palermo.

Per gli appassionati d'arte l'appuntamento è per il 5 marzo a Palazzo Busca, in via Magenta a Milano, dove saranno battute duecento opere, selezionate tra le 3600 della collezione Cavallini-Sgarbi. "Venderò opere di valore - racconta l'assessore - scelte fra quelle di autori dei quali possego altri lavori". Tra i dipinti che andranno all'asta "Madonna col Bambino" di Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (stimata sui 270-300mila euro), un "Profeta" di Mattia Preti (80-100mila euro) e "La morte di Cleopatra" di Alessandro Rosi (200-300mila euro). "Spero che alla fine - dice Sgarbi - si arrivi intorno ai due milioni, due milioni e mezzo di euro".

11 Febbraio 2008

"Nostra è politica della concretezza"

Il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, si dice convinto che Pier Ferdinando Casini confluirà nel PdL e spera "si riesca a trovare una soluzione in grado di accontentare tutti". "Successivamente alle elezioni dovremo fare dei gruppi unici - ha aggiunto Bonaiuti - è un percorso che si inizia e che deve andare avanti tutti insieme". Quella del PdL "è la politica della concretezza contro la politica delle chiacchiere di Veltroni".


"Come ha detto anche Silvio Berlusconi, la sinistra di è presentata con 283 pagine di programma di governo e poi non ne ha realizzato neppure una minima parte. Noi allora prepariamo una decina di disegni di legge, approvati da tutti gli alleati, e li portiamo in Parlamento dandoci delle scadenze ben precise", ha aggiunto l'onorevole Bonaiuti.

A Veltroni Bonaiuti riconosce un atteggiamento tranquillo, anche se "il leader del Pd non ha risparmiato alcune stoccate nei nostri confronti". Il portavoce di Silvio Berlusconi continua la critica a Veltroni: "Noi siamo andati al congresso dei Ds, che chiudevano la loro lunga avventura, applaudendo Fassino, mentre Veltroni ha definito lui ha definito un "maquillage" la nostra che invece è un'operazione vera, non una fusione a freddo tra due partiti come hanno fatto loro. Noi l'abbiamo fatto come scelta spontanea, mentre lui ha dovuto fare una scelta forzata perchè tali e tante erano le risse tra di loro che non avrebbero mai potuto rimettersi insieme".

E infine, una precisazione sul Pdl che non è "un'unione di partiti", bansì la nasciata di un nuovo popolo, "quello stesso popolo che il 2 dicembre protestava in Piazza San Giovanni a Roma, contro il governo Prodi".

Trento, sta bene dopo calo di pressione

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato colto da un episodio di ipotensione mentre leggeva la Lectio Magistralis al Teatro Sociale di Trento. "Colpa di quella tunica nera che mi stringeva il collo", ha spiegato ai collaboratori. Mentre leggeva la sua voce era andata affievolendosi. Il volto si era fatto pallido. "Sto bene, ho solo avuto un pò di calo di pressione", ha detto poi muovendo la mano con gesto minimizzatore.

Il rettore e i professori sul palco, insieme a lui in tocco e toga, lo avevano visto barcollare ed erano corsi a sorreggerlo mentre il pubblico si levava in piedi in un lungo applauso di incoraggiamento. E' stato quindi il rettore Davide Bassi a invitarlo a sedersi cedendogli il posto al tavolo d'onore sul palco. La cerimonia si è conclusa con l'esecuzione della Siciliana per pianoforte e flauto di Gabriel Faurè, quando il Capo dello Stato aveva già lasciato la sala.

"Un episodio di ipotensione dovuta a una eccessiva durata della posizione ortostatica e a una profusa sudorazione determinata probabilmente dall'aver indossato la toga accademica". Così i medici spiegano il malessere che ha colpito il presidente della Repubblica. Dallo staff del Quirinale si è ribadito che "il presidente sta bene".

Poco dopo Giorgio Napolitano ha rassicurato tutti sulle sue condizioni di salute. "Sto bene, ho solo avuto un po' di calo di pressione", ha detto il presidente della Repubblica muovendo la mano con gesto minimizzatore. Napolitano è in effetti è apparso in buona forma al suo arrivo alla sede della Cooperazione, la tappa successiva della sua visita a Trento.

La "Lectio" di Napolitano
Prima del malore, Napolitano aveva parlato del Trattato di Lisbona, ritenendo che anche a Camere sciolte si possa e si debba procedere alla ratifica. "E' indispensabile in questo contesto che nessuno Stato membro si sottragga alle sue responsabilita' e agli impegni ancora una volta assunti. Il tempo stringe, non possiamo piu' esitare", aveva sottolineato, sollecitando l'Italia a fare la sua parte.

“C’è un rifiuto ad avere i nostri voti"

Non gli piacciono i veti pregiudiziali contro il suo partito, non gli piace l’idea di entrare nel Ppe e non sopporta la differenza di trattamento tra la sua Destra e la Lega. Insomma, alla base della scelta di Francesco Storace di correre da solo ci sono diverse motivazioni, una su tutte però, i troppi paletti messi non dal Cavaliere ma dagli altri alleati contro il suo contributo per portare Berlusconi a Palazzo Chigi.


E allora che fare? Con questi presupposti la Destra correrà da sola e candida come premier Daniela Santanchè. Dunque, la cena tra il Cavaliere e Storace domenica sera ad Arcore non ha rasserenato il clima di freddezza che già si era creato in mattinata alla prima conferenza nazionale della Destra a Trieste. Insomma, spiega un po’ amareggiato Storace, “se loro sono sicuri di vincere, visti questi sondaggi, credo che facciano bene. Sarà più libero l’elettore di destra di votare La Destra. Anche perchè se alla fine Berlusconi non vuole i nostri voti non è che dobbiamo darglieli per forza”.

Il punto, continua dai microfoni di affaritaliani, è che “qui c’è un rifiuto ad avere i voti de La Destra: se si nasconde ci può stare, se si fa vedere non si può fare. Ma di che parliamo? Non ho mai visto elezioni in contumacia”. Di qui la sua scelta: “Il mio obiettivo – prosegue – è quello di non far cancellare dopo 60 anni la presenza della destra organizzata dalla scheda elettorale. Con la scelta di An e dei vari gruppi minori di affogare nel Partito della Libertà (scelta legittima ma non la mia) vorrebbe dire non avere più la destra come opzione di consenso per gli elettori. E questo è grave. Non è che dobbiamo aspettare Berlusconi e Fini per cancellare la destra, per questo bastavano i comunisti”. Una motivazione in più, insomma, per confermare la decisione di non entrare per nessun motivo nel Partito popolare europeo”.

Insomma, per l’ex ministro della Salute un conto è partecipare all’ascesa di Berlusconi premier, un altro è rinunciare alla proprio identità, al proprio simbolo, ai propri valori. Questo è impensabile, dunque, meglio correre da soli. Con un obiettivo elettorale molto ambizioso: “Sicuramente molto ma molto al di sopra di ogni ipotesi di sbarramento (alla Camera è del 4, al Senato dell’8u base regionale, ndr)”. E per questo scopo, secondo Storace, “anche la scelta di Daniela Santanché ci aiuterà. Una donna determinata candidata premier, rispetto a una politica terribilmente noiosa. Al di là delle frasi falsamente immaginifiche, Berlusconi e Veltroni ripetono un leit motiv che abbiamo già conosciuto negli ultimi 15 anni”. E poi, ecco una frecciatina al suo ex compagno di viaggio, Gianfranco Fini, “Berlusconi dovrà spiegare come mai Fini è così potente nell’alleanza, figuriamoci quanti crediti metterà quando governeranno insieme, se mai dovessero vincere le elezioni”.

Non manca il sostegno della Santanchè, che non nasconde il suo entusiasmo: “Ci voleva il coraggio della Destra per candidare per la prima volta una donna premier in una competizione elettorale. “Ringrazio di cuore Storace e tutti i dirigenti e resto a disposizione del partito per le decisioni che stiamo per assumere con il grande orgoglio di rappresentare, assieme a migliaia di militanti e simpatizzanti, la vera destra italiana”.

Berlusconi: "Propone aumenti a vanvera"

"Veltroni ha copiato e ha copiato male perché ha proposto aumenti a vanvera senza nemmeno tenere conto delle disponibilità di bilancio". A sostenerlo è il candidato premier del PdL Silvio Berlusconi a Studio Aperto, il quale ribatte al piano pensioni avanzato dal leader del Pd. "La proposta invece è la nostra - ribadisce Berlusconi - e, tra l'altro, è condivisa dal Partito dei Pensionati che sta con il Pdl".


"La nostra proposta - ha aggiunto Berlusconi - e' quella di un innalzamento delle pensioni minime, come gia' facemmo con il passato governo, ma poi di un adeguamento al costo della vita di tutte le pensioni sino a un certo livello, pensiamo sino a un livello di 1000 euro al mese.Credo sia una proposta tra l'altro condivisa dal Partito dei pensionati, che sta con i Popolo della liberta' e questo credo sia da sottolineare".

Mentre Alitalia continuava a essere il tema più dibattuto della campagna elettorale, Walter Veltroni ha introdotto quasi proditoriamente quello delle pensioni, ed è stata subito battaglia. Prima di partire per la Sicilia il leader del Pd ha presentato una proposta che guarda ai ceti medi e che prevede, con il meccanismo delle detrazioni, un 'bonus' immediato (dal luglio prossimo) fino a circa 400 euro l'anno per i pensionati che percepiscono fino a 25mila euro annui di assegno (e fino a 250 per chi e' nella fascia 25mila-55mila).

In più il Pd propone un adeguamento delle pensioni all'indice (che l'Istat sta elaborando) del costo della vita delle famiglie dei pensionati (e non piu' al semplice 'paniere' dei prezzi) e, piu' avanti, e in base a un accordo con i sindacati, anche il collegamento al monte dei redditi da lavoro (e a suoi eventuali aumenti legati alla crescita del Paese). Un 'pacchetto' di proposte che piace alla Cgil.

E sul tema arriva la replica del leader del Pdl Silvio Berlusconi. Il Cavaliere rivendica gli interventi del suo governo sulle minime, cosi' come il fatto che ora i pensionati di Fatuzzo stanno con il Popolo della Liberta'. ''Come governo - puntualizza Berlusconi - siamo stati gli unici ad aumentare le minime davvero. Continueremo a farlo perche' il problema numero uno e' che le pensioni non sono state adeguate al costo della vita''. Quindi, bisogna farlo ''a partire dalle basse''. Il Pdl lo fara' ed e' per questo che ''i pensionati voteranno per noi''.

Cile, Napolitano: politica lo difenda

Giorgio Napolitano, dal Cile dove si trova in visita, definisce "qualunquismo" l'atteggiamento di chi pensa che il Parlamento sia "una corporazione di avidi fannulloni". E' una cosa che si legge "ogni tanto", ed è una cosa che "inocula nelle menti il distacco dalla politica. Bisogna reagire a questo atteggiamento, e da parte della politica ci vuole uno sforzo per lanciare un ponte di dialogo e di comunicazione".

Voto utile o no
''Il voto non e' mai inutile'', ha detto anche il Presidente incontrando i giornalisti prima di lasciare il Cile. ''Ciascuno - ha aggiunto - dà il voto, secondo la sua valutazione, il suo giudizio, al partito che ritiene più vicino, più affine, o piu' importante ai fini del rinnovamento politico del Paese''. Il presidente ha altresì espresso la preoccupazione per i bassi livelli di afflusso alle urne, domenica sera, in Francia, per le comunali. ''Si è toccato - ha detto - il livello storico più basso. Nessuno è in grado di prevedere quel che succederà in Italia. Sentiamo però che nei confronti della politica, c'è una difficoltà di comprensione, un distacco e anche un elemento di pregiudizio abbondantemente inoculato da cose che si leggono qua e là. Bisogna reagire a questi fenomeni che un tempo si sarebbero chiamati di qualunquismo''

Sulla sua eventuale nomina a Giustizia

"Se la coalizione di cui faccio parte vincerà le elezioni dovrà affrontare immediatamente un problema: "Quale ministero assegnare ad Antonio Di Pietro?", scrive l'ex pm sul suo blog. "I veti che arrivano da esponenti del centrosinistra, un giorno sì e l'altro pure, non sono comprensibili e neppure accettabili". Che cosa devo fare - si chide il leader di IdV - per avere la possibilità di diventare ministro della Giustizia?".

"Il partito di Berlusconi - scrive Di Pietro - non vuole che diventi ministro della Giustizia. Da parte del capo del Popolo delle Libertà è assolutamente comprensibile. Il mio obiettivo è infatti di cancellare subito le leggi ad personam e di far funzionare la macchina della Giustizia per ripristinare in questo Paese la certezza della pena e l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge".

"Gli ultimi due ministri sono stati Castelli e Mastella. Hanno ridotto la giustizia in macerie, nessuno dei due aveva la minima competenza in materia. Nessuno, però - conclude Di Pietro - si è opposto a priori, come sta avvenendo ora per una mia eventuale candidatura. Mani Pulite brucia ancora a gran parte della classe politica, forse hanno il timore che voglia finire il lavoro".