00 14/01/2008 18:48
Bds-Unicredit, lo sfogo di Miccichè

Dal suo blog personale

Gianfranco Miccichè ha scelto il blog per dire la sua sulla questione Unicredit-Banco di Sicilia. Su www.gianfrancomicciche.it si è detto amareggiato per gli ultimi sviluppi di questa vicenda tra economia e politica.

Come noto, il Banco di Sicilia fu a suo tempo inglobato da Capitalia e, dopo le recenti nozze del gruppo di Geronzi con quello di Profumo, è finito automaticamente nel perimetro di Unicredit. La Regione Siciliana aveva una quota azionaria nel Banco di Sicilia e oggi si ritrova con una partecipazione, ovviamente molto più ridotta in termini percentuali, nel capitale di Unicredit (in valore assoluto si parla di circa 1 miliardo di euro).


Ora è successo che Unicredit ha presentato un piano che di fatto, come sottolineato da Miccichè, "toglierebbe al Banco di Sicilia il potere di decidere come impiegare le risorse raccolte in Sicilia tramite i depositi dei siciliani facendo venire meno l’interesse della Regione al mantenimento delle quote azionarie". Ne è nata una sorta di ribellione, con il Banco di Sicilia che ha cercato di riconquistare un margine di autonomia rispetto al quartier generale milanese di Unicredit. In particolare c'è stata la nomina di un direttore generale che "avrebbe in sostanza disatteso le indicazioni milanesi di Unicredit".

Scrive sempre sul suo blog Miccichè: "Credetemi, è stata portata a termine un’operazione straordinaria di vera autonomia regionale in barba all’arroganza dei vertici di Unicredit". Ma poi è successa un'altra cosa.

"Come al solito, la politica siciliana è stata capace di rovinare tutto!": ecco la delusione di Miccichè. Che racconta gli ultimi sviluppi: "Si è scoperto che 15 giorni prima lo stesso consiglio di amministrazione per accontentare una ventina di stupidi politicanti che facevano pressione ha assunto, senza concorso e senza criteri 20 figli di papà, 20 figli di sindacalisti, politici di tutti i partiti e burocrati. A questo punto è stato fin troppo facile da parte di Unicredit mandare tutti a quel paese sostenendo, a ragione, che la sacrosanta battaglia condotta in precedenza era invece solo figlia di una squallida operazione di mercato delle vacche condotta su pressione della politica locale pur di ottenere facili ed illegittime assunzioni in culo ai siciliani. E così quello che era oro è diventato merda, con il solito sputtanamento della povera, incolpevole ed infelice terra nella quale viviamo".

Insomma, la battaglia nel segno del'orgoglio regionale rovinata da vecchi vizi clientelari. Da qui lo sfogo di Miccichè sul suo blog. "O si cambia metodo o la Sicilia è finita".

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