00 31/01/2008 15:00
•Letteratura vittoriana

Cronologicamente essa si colloca tra il 1837 e il 1901:l'Inghilterra si trova investita da una parte da un industrialismo trionfante e dall'affermazione di una borghesia proiettata al guardagno,grazie alla dottrina del liberismo, dall'altra si trova a fare i conti con una classe operaia sfruttata e che inizia a reclamare i propri diritti. Si afferma l'ideale di un severo moralismo e l'aspirazione talora solo esteriore al decoro e alla dignità. Charles Dickens entrò sulla scena letteraria nella prima metà del XIX secolo, con le pubblicazioni in serie. Dickens raccontò la vita a Londra e le battaglie dei poveri, ma in maniera lieve rendendo i racconti accettabili da tutte le classi sociali. Tra i suoi primi lavori troviamo Circolo Pickwick (Pickwick Papers), capolavoro della commedia. In seguito le sue opere si fecero più cupe, ma non perdendo l'abilità della caricatura. Fu nell'epoca vittoriana che il romanzo divenne l'opera più diffusa nella letteratura inglese. La maggior parte degli scrittori cercavano di incontrare i gusti della media borghesia piuttosto che dei grandi aristocratici. Tra le opere più conosciute di quest'epoca ci sono i racconti pieni d'emozioni delle sorelle Brontë; la satira La fiera delle vanità di William Makepeace Thackeray; il romanzo realista di George Eliot; ed i ritratti di Anthony Trollope delle vite delle classi professionali ed agiate. Di contro, nella vasta produzione minore spiccano autori come Elizabeth Gaskell, attenta alla condizione femminile in una società ormai industriale, o George Gissing, sensibile alle istanze sociali di fine secolo. Interesse nelle cose rurali e nei cambiamenti della situazione sociale ed economica nella campagna, si trova nei romanzi di Thomas Hardy. Le persone più importanti dell'epoca vittoriana includono anche Alfred Tennyson, Robert Browning e sua moglie, Elizabeth Barrett Browning. Anche la letteratura per bambini fu pubblicata durante il periodo vittoriano, ed alcune storie divennero molto conosciute come quelle di Lewis Carroll, che proponeva dei versi nonsense, e Edward Lear.