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Ode alla Morte

Ultimo Aggiornamento: 04/02/2008 15:24
04/02/2008 15:24
 
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generale minore
capitano maggiore
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Tratto da: Dylan Dog "Attraverso lo specchio"
L'ultima riga l'ho inventata io per concludere in bellezza


Chi è colui così gagliardo e forte
che possa vivere senza poi morire?
E da colei ch'è tutto, Madonna Morte,
l'anima sua possa far fuggire?

La Morte schifosa, la Morte lasciva!
La Morte! La Morte! La Morte che arriva!

La Morte, la Morte, dolcissima e amara,
la Morte che avanza nella notte chiara

La Morte di pietra, la Morte di neve
la Morte che viene con passo lieve

La Morte che dona, la Morte che prende,
la Morte che ruba, la Morte che rende,
la Morte che passa, la Morte che sta,
la Morte che viene, la Morte che va

La Morte che arriva con il suo dolore,
e avvolge ogni cosa con il suo fulgore

La Morte regina senza scettro e corona,
la Morte! La Morte! La Morte in persona!

La Morte! La Morte! La Morte furiosa,
la Morte maligna, la Morte pietosa,
la Morte sicura la Morte carogna,
la Morte che ha il muso di un topo di fogna

Verrà la Morte, e i tuoi occhi avrà
e la bellezza tua, vanità di vanità...

Verra la Morte e porterà con sè
tutto il tuo impero, tutto, insieme a te...

Verrà la Morte e taglierà il legame
così sottile così forte, e così bello e infame...

Verrà la Morte, sarà la tua coscienza,
è stata tua compagna in tutta l'esistenza...

Verrà la Morte, e a te che non sei niente
porgerà la mano, in mezzo qll'altra gente...
e tu sarai il primo, come vorrà la sorte,
a danzare con lei la danza della Morte!

La Morte bizzarra, la Morte normale,
la Morte che viene a lenire ogni male

La Morte che vive, la vita che muore,
la Morte! La Morte! La Morte nel cuore!

La Morte ha danzato, la Morte civetta,
la Morte ti ha scelto, la Morte ti aspetta!

La Morte trionfante, la Morte gloriosa!
la Morte! La Morte! La Morte tua sposa!

E come ogni volta ti porterà via ogni cosa!
Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
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