TORNA A CASA IL TABACCAIO RAPITO
Pavia, era un finto sequestro
E' tornato a casa Paolo Friggi, il tabaccaio di 37 anni scomparso all'alba di lunedì mentre si recava al lavoro tra Zelata di Bereguardo (Pavia) e Motta Visconti (Milano). Si è inventato tutto: l'uomo ha confessato di aver inscenato un finto rapimento perché oppresso dai debiti.
La confessione di Paolo Friggi, avvenuta attorno alle tre di notte, non sarebbe stata immediata. All'inizio, l'uomo ha cercato di far credere di essere stato aggredito da rapinatori che gli avevano preso 450 mila euro, e poi avevano deciso di sequestrarlo. Versione è risultata però piena di contraddizioni ed è crollata dopo pochi minuti di interrogatorio.
A questo punto, Friggi ha confessato pienamente la sua simulazione e ha cominciato a chiedere perdono per ciò che aveva fatto, dicendosi "mortificato". Ha spiegato di aver inscenato il rapimento perché oppresso dai debiti contratti attraverso alcuni mutui: una somma complessiva, a quanto si è saputo, di 700 mila euro. Ai suoi inesistenti rapitori ne aveva fatti chiedere 500 mila, con un sms da lui inviato alla madre col suo cellulare al momento della scomparsa. Le indagini sul caso, coordinate dalla procura di Milano, sono state condotte dai Carabinieri del Ros e dei Comandi di Milano e Pavia.
Dopo la confessione l'abbraccio coi familiari
Emozione, abbracci e lacrime. Così la compagna Katia, i genitori e la sorella hanno accolto Paolo, dopo la sua confessione. Tra di loro nessuna tensione. Prima di rivedere i suoi cari, il tabaccaio era stato portato dai carabinieri e dai magistrati nel casolare abbandonato dove si era nascosto, per una ricognizione del luogo. Subito dopo Friggi è tornato a casa. L'uomo non è stato arrestato, ma è indagato a piede libero per simulazione di reato. Gli inquirenti stanno valutando anche se ipotizzare il reato di tentata estorsione, reato che sarebbe stato commesso nei confronti della madre Margherita, destinataria dell'sms con la richiesta di riscatto ricevuto la mattina della scomparsa di Paolo.
l'ETNA RUGGISCE, ALLERTA A CATANIA
Chiuso per diverse ore l'aeroporto
L'aeroporto di Catania è rimasto chiuso per diverse ore nella notte tra martedì e mercoledì a causa di un'imrpovvisa attività dell'Etna. Pur non essendo interessato dalla caduta di cenere, per sicurezza si è decisa la chiusura dello scalo. Nel frattempo la colata lavica sembra essersi interrotta.
Lo scalo ha riaperto alle 4.40 del mattino ed era stato chiuso all'una per garantire la sicurezza della navigazione aerea, considerata l'intensa attività vulcanica caratterizzata da fontane di lava fortemente alimentate, colate e un'alta colonna di cenere che si è riversata su alcuni Comuni del versate orientale.
Peraltro, la sezione catanese dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha reso noto che a partire dalle 5 le stazioni della Rete sismica permanente evidenziano un decremento dei valori dell'ampiezza del tremore vulcanico tornati su livelli normali. Al contempo, le immagini delle telecamere mostrano una netta diminuzione dell'attività esplosiva della fontana di lava del cratere di sud-est. L'Etna, comunque, resta sotto controllo.
LAMETTA NEL PANE, DONNA FERITA (QUESTA POI.. XD)
La pagnotta acquistata in ipermercato
Incredibile vicenda che ha per protagonista una donna di 39 anni di Lachiarella, in provincia di Milano. Mentre mordeva un pezzo di pane si è ferita alla bocca con una lametta da barba finita chissà come dentro a quel boccone. La donna, che ha solo riportato un taglio alla guancia ma che poteva riportare ferite ben più gravi, aveva acquistato il pane in un noto ipermercato. Sono in corso indagini per cercare di capire quanto successo.
"Ferita lacerocontusa alla guancia" recita il referto del pronto soccorso della clinica Humanitas di Rozzano dove la donna è stata portata in tutta fretta dai familiari, in visibile stato di shock per lo spavento dovuto alla vista del sangue che fuoriusciva copioso dalla bocca. Nella panetteria incriminata secondo la ricostruzione effettuata dal direttore del negozio lavorano 7 persone: "Tutti italiani e con grande esperienza, anche se quel che è successo è deplorevole". Intanto i carabinieri indagano per scoprire chi sia stato il panettiere "sbadato".
"Pensavo di essermi rotta un dente - ha raccontato la donna ai carabinieri - e invece sputando sulla tovaglia mi sono accorta che c'era una lametta nel pane. Solo per puro caso non ho ingoiato quel boccone, altrimenti sarebbe stata una vera tragedia, mi avrebbe tagliato la gola e rimuoverla sarebbe stato impossibile".
Secondo la direzione dell'Iper di Rozzano, dove il pane è stato acquistato, "i panettieri segnano il pane con delle lamette da barba affinché si cuocia uniformemente. Una di queste deve essere finita nella teglia per un errore di distrazione, finendo poi per essere inglobata nell'impasto".
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IL MIO: PAGNOTTA PER CARCERI MALSPEDITA DA UN PARENTE ARRIVATA AL SUPEREMRCATO.