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Cronaca

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2008 21:02
07/09/2007 09:31
 
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7 SETTEMBRE
PAVAROTTI RIAPERTA CAMERA ARDENTE

Modena,folla commossa per ultimo saluto

Una folla commossa ha ripreso a visitare la camera ardente dove è stata collocata la salma di Luciano Pavarotti, nel Duomo di Modena. Oltre novemila persone, tra cui amici, conoscenti e parenti, hanno dato l'ultimo saluto all'artista, morto giovedì mattina nella sua abitazione a Santa Maria di Mugnano. In chiesa, la bara bianca di "Big Luciano" è stato posta davanti all'altare. I funerali si terranno sabato alle 15.


La camera ardente è stata aperta al pubblico fino all'una di notte di giovedì; sono stati consegnati 7.500 ricordini con la foto del tenore e sono state distribuite 7.500 foto-ricordo di ''Big Luciano''.La bara bianca del tenore è stata posta nella navata centrale della chiesa, davanti all'altare. Il corpo è stato vestito con uno smoking con papillon bianco, simile a quelli con cui tante volte Pavarotti ha conquistato i più importanti teatri del mondo. In mano, un fazzoletto bianco e un rosario.

Le visite alla salma saranno possibili per l'intera giornata. Anche sabato, giorno fissato per le esequie, si potrà rendere omaggio al feretro del tenore dalle 6 del mattino alle 13.



Ad accompagnarlo alla chiesa la moglie Nicoletta Mantovani, le tre figlie avute dal primo matrimonio, la sorella e alcuni amici stretti.

A Modena intanto prosegue l'organizzazione del funerale al quale sono attese moltissime personalitàdel mondo della politica e della cultura. E' gia' confermata la presenza alla liturgia di Andrea Bocelli, che interpreterà durante le esequie un noto canto eucaristico, il "Panis angelicus", che lo stesso artista ha già proposto anche nel suo repertorio. Alla cerimonia funebre sono attesi molti personaggi dello spettacolo. Tra gli altri si fanno i nomi del leader degli U2, Bono, che con Pavarotti duettò "ss Sarajevo"al 'Pavarotti and Friends' del '95, e Raina Kabaivanska. Ma è probabile che durante la cerimonia altri artisti internazionali salutino con la loro voce quella che ieri si è spenta per sempre.


VENEZIA FISCHI PER IL FILM CON ARDANT

Accoglienza fredda per "L'ora di punta"

Non convince il secondo film italiano in concorso a Venezia "L'ora di punta" di Vincenzo Marra. Al termine della proiezione per la stampa, qualcuno ha azzardato un applauso, subito coperto da fischi. Michele Lastella veste i panni di un finanziere pronto alla corruzione pur di fare un scalata sociale e con Fanny Ardant nel ruolo della sua amante-protettrice. L'altro film in concorso è "Nightwatching" ispirato alla vita del pittore Rembrandt.


MARRA: "MI POSSONO TIRARE I POMODORI, MA E' UN FILM VERO"
"Ho sempre fatto film dentro la nostra realtà- ha detto Vincenzo Marra, napoletano 35 anni tra qualche giorno- e credo un regista abbia anche un po' il compito di raccontare storie che succedono. Questi personaggi sono inventati, ma poi nemmeno tanto". Michele Lastella, il provinciale che sarebbe potuto essere onesto e invece ha scelto la corruzione, è uno squalo "e come tale mi sono sentito dopo quattro mesi di preparazione, per arrivare sul set come vuole Vincenzo, senza sceneggiature da imparare a memoria, ma riproducendo lo stato d'animo e metterlo in scena". Fanny Ardant, protagonista femminile, è accanto a lui per sostenere il film nonostante le polemiche dei giorni scorsi su Renato Curcio eroe.

Un cinema senza compromessi: "Mi possono tirare i pomodori, - ha continuato Marra - ma sono orgoglioso di questo film, rispetto alle tante stronzate che ci sono in giro. Accetterò ogni critica, ma rimarrò del mio parere perché questo film è intellettualmente onesto, l'ho voluto fare e mi rappresenta in tutto, non baratterei un fotogramma per apparire meglio. Devo fare i film che dico io e come lo dico io". Un regista così, determinato non è facile da produrre. "Ho enorme difficoltà a fare cinema, spero sempre di meno, ma io ho la testa dura".



Dopo le non del tutto convincenti prove di Paolo Franchi con "Nessuna qualità agli eroi" e "Il dolce e l'amaro" di Andrea Porporati, ci si aspettava molto da Marra con un film che racconta da vicino l'Italia di oggi, quella dei 'furbetti' e dell'ossessione di arricchirsi. Filippo, interpretato da Michele Lastella, è un giovane agente della guardia di finanza che cova un'enorme ambizione. Nella sua irresistibile ascesa sociale viene aiutato da Caterina (Fanny Ardant), una donna più grande di lui, bella, colta, ricca e molto innamorata. Scalare il mondo della finanza, grazie anche a Caterina e rimanervi a galla, significa per Filippo abbandonare ogni residuo di moralità.

Per il giovane Lastella è praticamente un esordio al cinema (dopo alcune prove in tv come "Amanti e segreti" con Monica Guerritore e diversi lavori teatrali), mentre Fanny Ardant, protagonista di una polemica politica nei giorni immediatamente precedenti all'inizio della Mostra del cinema ("Renato Curcio è un eroe", ha detto in un'intervista), ha deciso nonostante ciò di accompagnare al Lido il film. Entrambi sono attesi con il regista stasera al Lido per presentare in serata il film al pubblico della Sala Grande.

ARDANT: "MI FA MALE AVER FERITO ALTRI"
"La cosa che mi fa più male è aver fatto del male ad altri. Le frasi che ho detto hanno ferito delle persone. Per questo voglio chiedere ancora perdono. E chiarire il mio pensiero". Fanny Ardant, per la prima volta dopo lo scandalo, nelle pagine di Grazia, precisa di aver chiesto lei stessa di potersi scusare pubblicamente con gli italiani attraverso il Tg1 e che ha accettato l'intervista del settimanale non per difendersi ma per scusarsi ancora e spiegare il perché‚ delle sue parole. "Capisco quanto dolore abbia provocato in chi ha perso un padre, un marito, un fratello, leggere un titolo fuori contesto che dice: Per me Curcio è un eroe. Ho sempre considerato il fenomeno Brigate rosse molto coinvolgente e passionale. Mi ha fatto molto male ferire queste persone - continua l'attrice -, non era assolutamente il mio proposito. Ho chiesto perdono alle vittime del terrorismo".


NIGHTWATCHING, GREENAWAY FA RIVIVERE IL PITTORE REMBRANDT
Peter Greenaway con il suo film "Nightwatching" ripercorre la vita del pittore fiammingo Rembrandt, interpretato da Martin Freeman. In particolare la sceneggiatura trae spunto da uno dei quadri dell'artista: "La ronda di notte". Il regista ha voluto analizzare ogni personaggio ritratto nel dipinto.

"Ci sono quattro concetti che ruotano attorno a Rembrandt: - ha detto Greenanway - denaro, sesso, cospirazione e pittura. Era un pittore di grande successo, ma è morto in gravi indigenze. Ha avuto tre amori importanti, che hanno sicuramente influenzato la sua arte. La sua 'Ronda di notte' ha spezzato gli schemi formalistici della pittura del tempo: ci comunica sicuramente qualcosa, ma non sappiamo cosa. L'arte di Rembrandt - conclude - sembra chiederci: cos'è eramente la pittura? La stessa domanda che ci facciamo noi registi su cosa sia veramente il cinema".



SCOPPIA LA POLEMICA CON AMOS GITAI
Fa parlare più di sè che del suo film fuori concorso "Disengagement", il regista israeliano Amos Gitai. La sua ultima opera sullo smantellamento degli insediamenti israeliani nella Striscia di Gaza che lascia la politica e il bollente Medio Oriente sullo sfondo e mette in primo piano la fiction. Nonostante si tratti di finzione, per Gitai è un affresco più veritiero di quello che dà la tv che con i suoi potenti mezzi tiene continuamente l'obiettivo puntato su Israele e Palestina senza avvicinarsi mai alla verità. "I media fanno troppe semplificazioni e a causa loro il Medio Oriente è una caricatura, un covo di terroristi palestinesi inseguiti dall'esercito israeliano - ha detto Gitai alla stampa del Lido -. Ma meno male che c'è il cinema, spiega, che restituisce un quadro più veritiero della realtà".

Il regista non ama parlare di politica: "Ognuno faccia il suo mestiere, io sono un regista, la politica lasciamola ai professionisti". Polemica contro l'Istituto Luce che, secondo quanto sostiene il regista, si è tirato indietro di fronte alla produzione di "Disengagement" nonostante, in un primo tempo, si fosse impegnato formalmente. E il dubbio è che abbia preferito titoli più sicuri al botteghino. "Sembra che per i film l'Istituto Luce non abbia gli stessi fondi che per le belle feste sulla spiaggia davanti all'Hotel des Bains, dove mi dicono ci fosse addiritutra il dj arrivato da Londra...", ironizza il regista riferendosi al party organizzato per il film della Guzzanti.

Ma l'Istituto Luce non raccoglie le provocazioni e spiega che la trattativa si è interrotta per via di un indirizzo del ministero della Cultura che ha invitato l'ente statale a produrre film italiani. Disengagement, che il regista definisce "un ponte tra territori", racconta la storia di Ana (Juliette Binoche), parigina di origini israeliane, che dopo la morte del padre va con il suo fratellastro Uli (Liron Levo, attore in molti film di Gitai) in cerca della figlia, abbandonata in un kibbutz in Israele venti anni prima. Durante il loro viaggio attraversano le frontiere e si ritrovano nel mezzo dello smantellamento degli insediamenti israeliani a Gaza.

EVERETT ATTACA IL COMUNE DI VENEZIA

"Non c'è neanche una spiaggia libera"
Rupert Everett una ne pensa e cento ne fa. L'ultimo bersaglio delle sue invettive è la laguna di Venezia, dove l'attore si trova in questi giorni perchè giurato al Festival. Non trovando una spiaggia libera dove prendere il sole, l'attore ha deciso: farò causa al Comune. "E' incredibile che in tutto il Lido non esista una spiaggia pubblica" ha detto. Pare che Everett sia stato allontanato perché non aveva pagato l'ingresso.

Rupert Everett, attore britannico approdato a Venezia in veste di membro di due giurie del Festival, ai microfoni di E!News, ha raccontato che dopo il suo arrivo in laguna aveva deciso di andare in spiaggia per godersi qualche attimo di tranquillità.


Ma non appena ha disteso il suo asciugamano è stato allontanato perché non aveva pagato l'ingresso allo stabilimento. L'attore si è detto stupito per il fatto che non esista almeno una spiaggia libera in tutto il Lido e soprattutto pronto a far sentire le sue ragioni al Comune di Venezia.Sicuro che il prossimo anno sarà ancora il benvenuto tra i giurati?

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