Incidenti sul lavoro: tre morti
Vittime a Padova, Avellino e Cuneo
Ancora tre vittime a causa di incidenti sul lavoro. Un romeno di 46 anni ha perso la vita all'interno di una segheria a San Martino di Lupari (Padova). Un operaio di 44 anni è invece morto folgorato in un cantiere edile a Pratola Serra (Avellino) nel corso di una gettata di cemento. Il terzo incidente mortale nel saviglianese (Cuneo) dove un giovane polacco è rimasto folgorato mentre lavorava su un trattore in un pioppeto.
Padova
Inutile l'aiuto portato sul posto dai dieci colleghi della vittima, cosi come il soccorso dei medici dall'ambulanza intervenuta. L'operaio lascia una moglie e tre figli. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Cittadella e i tecnici dello Spisal.
Avellino
Secondo una prima ricostruzione, durante la realizzazione di un solaio di un edificio privato, il tubo dal quale viene colato il cemento ha urtato i cavi dell'alta tensione. L'operaio che stava provvedendo alla gettata è rimasto così folgorato da una scarica di 20mila volt.
Cuneo
Il giovane polacco ha alzato il braccio mobile del trattore ed ha sfiorato i cavi dell'alta tensione. Una scarica da 15 mila volt e per il conducente la morte è stata istantanea.
Convocato un tavolo sulla sicurezza
La sempre più lunga scia di incidenti sul lavoro ha convinto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, a convocare un tavolo con le parti sociali e le Regioni sul testo unico per la sicurezza.
Scopo dell'incontro è verificare la possibilità di definire un protocollo d'intesa sulla sicurezza, come quelli realizzati alla Thissen Krupp, all'Ilva di Taranto, nei Porti di Genova, Ravenna, Napoli, e alla Fincantieri.
Intanto però, la Fiat-Group ha deciso di non partecipare all'incontro congiunto. E questo, recita una nota del sottosegretario della Salute, Giampaolo Patta, nonostante siano state riscontrate ''significative violazioni alla legge 123/2007 negli stabilimenti di Cassino, Melfi, Torino, Pomigliano d'Arco''. "Dimostra insensibilità e scarso senso istituzionale", ha accusato.
L'allarme ha anche spinto il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, a chiedere al premier dimissionario Romano Prodi di emanare subito l'ultimo decreto legislativo.